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Celiachia. Al Parlamento Ue in discussione norma che rischia di non tutelare malati

 

È in discussione al Parlamento europeo una proposta di revisione di direttiva che prevede l’abolizione della dicitura “prodotto dietetico senza glutine” dagli alimenti per celiaci. Il rischio è quello di derubricare i prodotti per celiaci a comuni prodotti dietetici. Associazioni in allarme.
Sono oltre 122 mila le persone che in Italia soffrono di celiachia, ma potenzialmente sarebbero 600 mila, e ogni anno sono diagnosticati 20 mila nuovi casi. Una malattia a tutti gli effetti, per la quale occorre seguire con rigore una dieta “senza glutine” per tutta la vita.
La proposta di revisione della direttiva quadro 2009/39, attualmente in discussione al Parlamento Europeo, che prevede l’abolizione della dicitura “prodotto dietetico senza glutine” dagli alimenti per celiaci (una dicitura che in Italia è riconosciuta dal 1977), rischia di creare un grave danno a tutto il sistema di distribuzione degli alimenti per celiaci attivo in Italia.
Infatti, i prodotti per celiaci cadrebbero in una classificazione simile a quella attualmente in vigore per gli alimenti di uso corrente che portano in etichetta indicazioni nutrizionali quali “con poco zucchero”, o ancora “con pochi grassi” e simili, derubricando i prodotti per celiaci a comuni prodotti dietetici. Il risultato sarebbe quindi ingannevole per tutti i consumatori e dannoso per i celiaci. E rischia di essere il primo passo per portare la distribuzione dei prodotti per celiaci fuori dalla rete protetta che attualmente é  loro garantita.
A denunciare questa proposta di modifica, dopo un incontro con l’Aic (Associazione Italiana Celiachia), è Sergio Silvestris, europarlamentare del Pdl che spiega “L’indicazione senza glutine ha una valenza sanitaria salva vita ed è parte di una prescrizione medica, che in Italia garantisce prodotti sovvenzionati per i celiaci. Il nuovo Regolamento prevedrebbe, di fatto, la declassificazione di questi prodotti, primo passo per smantellare le garanzie sanitarie a tutela di quanti affetti da questa patologia”.
Occorre invece la massima attenzione nelle commissioni competenti e in Parlamento per modificare la proposta di regolamento, e garantire la permanenza della dicitura dietetico senza glutine a tutela dei diritti dei celiaci già acquisiti in Italia a difesa della loro qualità di vita.
Tratto da: quotidianosanità, 14 dicembre 2011