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Alimenti per celiaci fuori dal regolamento europeo

 

Si è conclusa con una parziale sconfitta la battaglia per difendere i diritti dei pazienti celiaci in Europa. «È stato, infatti, emanato un regolamento in base al quale non esiste più la categoria dei dietetici e tutti gli alimenti sono uguali dal punto di vista normativo, ad eccezione di quelli destinati alle poche categorie vulnerabili: lattanti, prima infanzia, persone affette da patologie specifiche. In quest'ultima categoria però non sono stati compresi i celiaci, mentre sono stati inseriti per esempio coloro che devono perdere peso. «Un'assurdità» commenta Caterina Pilo, direttore generale di Associazione italiana celiachia e Fondazione celiachia «se si pensa che la celiachia è una malattia curabile con la sola dieta a vita, mentre il sovrappeso è una condizione, pur meritevole di cure, ma spesso temporanea». In pratica poi non saranno estese a livello comunitario le tutele previste dal Dlvo italiano, che prevedono garanzie anche durante tutte le fasi di produzione degli alimenti per celiaci e «su questo fronte mi auguro» precisa Pilo «che non si vorrà intervenire, nel nostro paese, abolendo tutele che altre nazioni ci invidiano».
Per quanto concerne il regolamento sulle norme per l'etichettatura la questione è rimandata e «resta da vedere come verrà recepita» continua Pilo «dal Food information to consumers (Fic). Sicuramente la dicitura “senza glutine” si potrà applicare solo ai prodotti con meno di 20 parti per milione (ppm), ma quali altre informazioni si vorranno inserire in etichetta al momento non è dato sapere. «La nostra attenzione rimane concentrata sul documento Fic» rassicura Pilo «perché di recente si era anche tentato di ricomprendere il contenuto di glutine nella normativa dei claims», per intenderci quelli nati per dichiarare proprietà aggiuntive a beneficio della popolazione generale, e non al contrario per certificare la privazione di una sostanza in particolare per una ristretta categoria di persone. «Insomma per i celiaci si è ragionato su presupposti sbagliati» conclude Pilo «perdendo, per ora, la possibilità di estendere a tutto il territorio comunitario una serie di manovre a tutela dei pazienti».
Tratto da: Farmacia33, 05 dicembre 2012