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Un corretto stile di vita per prevenire le malattie cardiovascolari

In Italia, la prima causa di morte è dovuta alle malattie cardiovascolari. Stiamo parlando del 44% del totale, con quasi 250000 decessi all’anno.

Nonostante la sempre maggior efficacia delle soluzioni mediche e chirurgiche nel campo della cardiologia, la prevenzione rimane il primo passo fondamentale contro le malattie del cuore.

Con la dottoressa Letizia Bertoldi, cardiologa dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica, Interventistica e Unità di Cura Coronarica di Humanitas, vediamo come tenere sotto controllo la salute cardiovascolare e quali strategie di prevenzione adottare.

Malattie cardiovascolari: i fattori di rischio

I fattori che possono esporre al rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare si distinguono in non modificabili o modificabili.

I primi sono quei fattori che non dipendono dalle nostre azioni e non si possono contrastare e includono:

  • familiarità: avere familiari stretti con malattie cardiovascolari predispone a un maggior rischio di soffrirne a propria volta;
  • età: il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari aumenta all’avanzare dell’età;
  • sesso: in età giovanile e fertile, le donne sono più protette rispetto agli uomini nei confronti di aterosclerosi (patologia degenerativa dei vasi arteriosi) e infarto; il rischio diventa però lo stesso di quello maschile dopo la menopausa.

I fattori di rischio modificabili sono quelli sui quali è possibile intervenire adottando buone abitudini:

  • ipercolesterolemia: un alto livello di colesterolo e di altri grassi nel sangue aumenta la probabilità di andare incontro ad aterosclerosi, il processo degenerativo a carico delle arterie a sua volta alla base di patologie cardiovascolari quali infarto, ictus, claudicatio intermittens;
  • ipertensione arteriosa: un’alta pressione sanguigna determina una maggiore probabilità di sviluppare aterosclerosi e causa un aumento del lavoro del cuore portando, nel tempo, a un malfunzionamento cardiaco;
  • diabete: l’eccesso di glucosio nel sangue danneggia le arterie e favorisce l’aterosclerosi; il diabete inoltre si accompagna spesso a ipertensione arteriosa;
  • scorretta alimentazione: una dieta molto ricca di calorie e grassi contribuisce ad aumentare i livelli di colesterolo e di altri grassi nel sangue; se troppo ricca di sodio o troppo povera di potassio può concorrere a determinare ipertensione arteriosa; un consumo eccessivo di alcolici, oltre a favorire l’innalzamento dei valori della pressione, danneggia il cuore. Una dieta scorretta e sbilanciata, inoltre, può impedire di tenere sotto controllo i livelli della glicemia e, in generale, può favorire sovrappeso e obesità;
  • obesità e sovrappeso: un elevato peso corporeo richiede un maggiore sforzo per il cuore e favorisce la comparsa di ipertensione; è inoltre un fattore di rischio per il diabete. Particolarmente pericoloso per la salute cardiovascolare è l’accumulo di grasso corporeo addominale (un girovita elevato);
  • sedentarietà: favorisce l’instaurarsi di sovrappeso e obesità, mentre un’attività fisica regolare, soprattutto di tipo aerobico, migliora la capacità del cuore di pompare il sangue, contribuisce a tenere sotto controllo la pressione arteriosa e migliora l’umore, contrastando i fattori di stress;
  • fumo: il fumo di sigaretta causa danni cronici ai vasi arteriosi, come perdita di elasticità e lesioni alle pareti che possono favorire la comparsa di aterosclerosi; contribuisce, inoltre, a determinare ipertensione; infine, risulta dannoso per il colesterolo “buono”, favorendo quindi l’incremento della forma “cattiva”;
  • stress: una condizione cronica di stress può portare a ipertensione; può anche modificare eventuali placche aterosclerotiche nelle coronarie, con conseguente rottura e favorendo così un evento come l’infarto.

Prevenire le malattie cardiovascolari con un corretto stile di vita

Per queste patologie, la prevenzione si attua modificando concretamente il proprio stile di vita. In questo senso, si potrebbe, per esempio:

  • non fumare o smettere, magari ricorrendo al supporto dei centri antifumo;
  • seguire un’alimentazione corretta e bilanciata, basata sulla dieta mediterranea, quindi che prediliga vegetali, cereali, legumi, pesce e carni magri, che sia povera di sale e che preveda un consumo moderato di carne rossa. Andranno inoltre limitati i cibi grassi, fritti e dolciumi, e scelto come condimento l’olio extravergine d’oliva;
  • tenere sotto controllo il colesterolo e la pressione arteriosa;
  • tenere controllata la glicemia o il diabete, se conclamato, seguendo le terapie prescritte dal medico;
  • mantenere uno stile di vita attivo, svolgere attività fisica regolare, soprattutto di tipo aerobico (per esempio almeno tre volte alla settimana per 45 minuti, svolgere attività come correre, camminare a passo sostenuto, nuotare o andare in bicicletta), compatibilmente con la propria età e il proprio stato di salute generale;
  • cercare di raggiungere e mantenere un buon peso corporeo. Si può avere un’idea grossolana del proprio peso ideale calcolando l’indice di massa corporea (BMI o Body Mass Index): peso in kg/altezza in metri al quadrato. Un indice con valore minore di 25 segna il peso ideale; un valore maggiore di 25 suggerisce sovrappeso/obesità. Se necessario, per raggiungere il peso ideale è utile affidarsi all’aiuto medico.
  • limitare, per quanto possibile, le situazioni che possono essere fonte di stress, specialmente se tendono a protrarsi nel tempo, valutando laddove necessario di richiedere un aiuto specialistico.

La visita cardiologica

La visita cardiologica è sempre il primo passo da compiere, anche quando non c’è un preciso sospetto patologico.

La visita comprende innanzitutto l’anamnesi, cioè una raccolta di informazioni, da parte del medico, sulla storia clinica del paziente, su eventuali sintomi accusati, su eventuali malattie pregresse e/o familiarità, e sullo stile di vita, per individuare eventuali fattori di rischio.

Segue un esame fisico: il medico controlla la pressione e il respiro; misura la temperatura; valuta la frequenza e la qualità del battito cardiaco; esamina lo stato dei vasi sanguigni più superficiali, controllando anche la presenza di eventuali rigonfiamenti nelle gambe o sull’addome, possibile spia di accumulo di liquidi e, di conseguenza, di un cattivo funzionamento della pompa cardiaca.

Se lo ritiene opportuno, lo specialista potrà prescrivere una serie di accertamenti diagnostici più approfonditi.

In assenza di sintomi o campanelli d’allarme è comunque buona cosa fare una prima visita cardiologica dopo i 40 anni di età, per valutare il proprio profilo di rischio cardiovascolare. Una periodica visita cardiologica di controllo, con le tempistiche indicate dallo specialista, è poi consigliata in particolare a pazienti con fattori di rischio cardiovascolare quali età avanzata, ipertensione arteriosa, diabete o familiarità per patologie cardiache.

Tratto da: Humanitas Salute, 27 giugno 2021