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Sport invernali e diabete: i consigli utili

Gli appassionati possono godersi sci e montagna anche con il diabete tipo 1. Con alcune precauzioni

Tempo di sport invernali anche per le persone con diabete tipo 1. L’inizio dell’inverno e le Festività corrispondo all’avvio della stagione sciistica e tra i tanti appassionati ci sono anche molte persone con diabete tipo 1.

LO SPORT IN MONTAGNA

L’attività fisica è ovviamente sempre consigliata alle persone con e senza diabete. Ma i ragazzi con diabete tipo 1 devono osservare alcune precauzioni in quanto l’attività fisica può causare sia un’ipoglicemia che un’iperglicemia a seconda del grado di insulinizzazione dell’organismo: se insufficiente l’attività fisica può favorire l’aumento anche marcato della glicemia, se eccessiva un suo calo eccessivo. A complicare questa relazione intervengono anche altri fattori per quanto riguarda gli sport alpini e fra questi l’altitudine in quanto essa condiziona il grado di ossigenazione che diminuisce con il crescere dell’altitudine delle località sciistiche.

STUDI ED ESPERIENZE REALI

Un recente studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism ha dimostrato come un’attività fisica svolta da soggetti con diabete tipo 1 ad una tensione ambientale di ossigeno paragonabile a quella di un’altitudine di 4.200 metri favorisse una riduzione della glicemia ed il rischio di ipoglicemia.

Questo studio è stato fatto in laboratorio ricreando condizioni simili a quelle dell’alta montagna, ma le persone con diabete tipo 1 in montagne anche più alte ci sono state davvero. Nel 1999, 15 persone con diabete tipo 1 scalarono il Kilimangiaro (5.985 m). Durante la scalata, durata 5 giorni, il fabbisogno di insulina si era marcatamente ridotto ma solo il 50% delle misurazioni glicemiche erano rimaste nell’intervallo predefinito con rari episodi di ipoglicemia. Nel 2002 furono 6 le persone con diabete tipo 1 a scalare il Cho Oyu (8201 m) in Tibet. Ancora una volta il controllo glicemico peggiorava e, in questo caso, le dosi di insulina dovettero essere aumentate. Più recentemente, nel 2016, un soggetto con diabete tipo 1 di 42 anni ha scalato il Kala Pattar (5600 m) in Nepal registrando un innalzamento delle glicemie.

Le esperienze condotte in montagna sono quindi in parte contraddittorie e non sembrano essere in linea con quanto sperimentato in condizioni di alta montagna ricreate in laboratorio. Ovviamente esistono differenze in tutte queste condizioni legate al grado di controllo glicemico iniziale, alla velocità di ascesa, al grado di preparazione atletica, al tipo di sforzo, concentrato in brevi sessioni nello studio eseguito in laboratorio, persistente nel tempo nelle esperienze sul campo.

IMPORTANTE PREPARARSI

Al di là dei risultati ottenuti c’è però un dato che è rilevante e cioè che le persone con diabete possono svolgere anche attività “estreme” come le scalate in alta quota nella misura in cui vi sia un’adeguata preparazione fisica, una corretta educazione alla gestione del diabete e a un attento monitoraggio del controllo glico-metabolico.

In ogni caso, la montagna che interessa la maggior parte delle persone con diabete è quella che permetta loro di godersi l’attività sciistica che in gran parte si svolge a quote non così estreme. Lo sci rappresenta, però, uno sport variegato che comprende diverse discipline: dallo sci di fondo, allo sci da discesa, allo snowboard, queste ultime due essendo le forme preferite dai ragazzi. In questi casi l’attività fisica è intensa ma di breve durata in funzione della lunghezza della pista stessa ed alternata a periodi più lunghi di riposo sugli impianti di risalita. In ogni caso l’attività fisica tende ad eccedere quella delle giornate abituali e quindi potrebbe essere opportuno ridurre la quantità di insulina basale già a partire dalla sera precedente l’inizio della attività sciistica.

IL NECESSARIO NELLO ZAINO

Le persone con diabete devono avere con sé il necessario per la loro terapia e per il monitoraggio delle glicemie che vanno controllate con regolarità anche durante la giornata di sci ed in ogni caso prima di assumere i pasti principali così da poter identificare la dose corretta di insulina rapida.

Chi facesse uso di microinfusori o di sistemi di lettura della misurazione della glicemia in continuo è bene che collochi tali apparecchiature in tasche che proteggano dalle temperature rigide ma che ne permettano un facile accesso. A questo proposito, potrebbe essere conveniente ricorrere a zainetti termici in cui conservare glucometro, penne da insulina e carboidrati semplici e complessi sia liquidi (succhi di frutta, bevande gluco-elettrolitiche, Coca Cola…) che solidi (crackers, frutta, cioccolata…) utili per sopperire a eventuali ipoglicemie che potrebbero insorgere durante la giornata di sci.

Per chi invece preferisse lo sci di fondo va ricordato che in questo caso si tratta di uno sforzo fisico costante e prolungato per cui il livello di attenzione nei confronti delle ipoglicemie deve essere ancora maggiore.

PRUDENZA PER IL COVID-19

Infine, vale sempre la prudenza e, quest’anno, non solo per quanto riguarda l’impatto della attività fisica e della montagna sul diabete ma anche prudenza nei confronti del rischio purtroppo ancora presente del COVID-19. Quindi, vaccinazione, tampone se e quando richiesto, mascherina e attenzione alle resse alla partenza degli impianti di risalita!

Tratto da: Fondazione Veronesi, 23 dicembre 2021