5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi č importante!
C.F. 98152160176

Diabete mellito di tipo II ed esercizio fisico: trovare la salute nel movimento

Il diabete mellito rientra tra le patologie metaboliche esercizio sensibili. Ne abbiamo sentito spesso parlare, ma cosa si intende? Si tratta di malattie croniche non trasmissibili (MCNT), i quali fattori di rischio migliorano con la pratica di esercizio fisico strutturato e adattato al bisogno.

Tra questi rientrano:

  • iperglicemia a digiuno (>100mg/dl)
  • l’essere in uno stato di sovrappeso o obesità (circonferenza addominale U >94cm e D >80cm)
  • valori elevati di pressione arteriosa a riposo (ipertensione >130/85)
  • dislipidemia con uno squilibrio tra colesterolo LDL (“cattivo”) e HDL in favore del primo (LDL >150mg/dl e HDL <40 U e <50 D)
  • condurre uno stile di vita sedentario

Purtroppo, la prevalenza per le patologie metaboliche ed in particolare per il diabete mellito di tipo II è in continuo aumento. Secondo i dati del sistema di sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), poco meno del 5% della popolazione adulta tra 18 e 70 anni riferisce diagnosi di diabete.

Dato l’impatto sulla salute della popolazione, è importante monitorare la prevalenza del diabete, la sua evoluzione nel tempo e le differenze tra aree geografiche e tra sottogruppi di popolazione. Questo perchè prima di sviluppare la malattia vera e propria, la persona può attraversare una fase transitoria detta di ‘prediabete’ dove la glicemia a digiuno risulta elevata rispetto ai range di normalità, ma non così tanto da definire la condizione ‘patologica’. Questo stato di alterata glicemia si può ancora modificare intervenendo sugli stili di vita e rallentando l’insorgere della malattia. Diversi studi hanno dimostrato infatti che, un cambiamento sostanziale delle nostre abitudini scorrette, garantisce effetti benefici paragonabili alla terapia farmacologica.

La prevenzione è l’arma più potente in nostro possesso per evitare o, almeno, rallentare lo sviluppo di disordini metabolici e delle complicanze ad essi associati. Detto ciò, modificare le nostre abitudini non è facile, soprattutto nel caso di persone adulte o anziane. È fondamentale trasmettere la consapevolezza che dedicare tempo all’esercizio fisico durante la giornata equivale a prendersi cura di sé. Il movimento deve essere visto al pari di un farmaco ed avere la stessa importanza.

Le linee guida dell’American College of Sport Medicine (ACSM) e dell’American Diabetes Association (ADA) riguardo la prescrizione di esercizio fisico nelle persone con diabete mellito di tipo II, prevedono:

  • almeno 150 minuti a settimana di esercizio aerobico di tipo ciclico (camminata, bici, nuoto, aerobica), traducibili in 30 minuti al giorno
  • 2 allenamenti contro resistenza con e senza piccoli attrezzi che coinvolgono i grandi gruppi muscolari. Inizialmente l’intensità dovrà essere moderata, da incrementare in modo graduale e sotto la supervisione di specialisti dell’esercizio con laurea magistrale in scienze delle attività motorie preventive e adattate, i chinesiologi AMPA. Ogni seduta dovrebbe inoltre comprendere esercizi di mobilità, allungamento ed equilibrio soprattutto nell’ottica di prevenzione del rischio caduta. Per avere un feedback della difficoltà percepita dai soggetti durante gli allenamenti, il chinesiologo può utilizzare la scala di Borg CR10 e monitorare parametri come frequenza cardiaca e saturazione.

Sono inoltre importanti alcuni accorgimenti prima di iniziare l’allenamento, nel caso di:

● glicemia bassa (<70 mg/dl)

● pressione arteriosa a riposo elevata (>140/90 mmHg) o ipertensione non controllata

● complicanze da T2DM in stato avanzato

● comorbidità che possono aggravarsi con la pratica di attività fisica

È bene consultare il medico per avere la certezza che il soggetto possa prendere parte al programma di allenamento in sicurezza. Ma quindi perché paragonare l’esercizio fisico ad un farmaco? In base alla tipologia e al momento della giornata in cui viene svolto, esso può avere un effetto ipo o iperglicemizzante. Ad esempio, degli allenamenti prolungati nel tempo (>30 minuti) svolti ad intensità moderata tendono ad abbassare la glicemia maggiormente rispetto agli allenamenti di forza o ad allenamenti brevi ma intensi (sprint) che invece hanno un effetto iperglicemizzante.

Inoltre, se ci si allena al mattino e a digiuno, la glicemia tende ad aumentare leggermente mentre allenarsi dopo i pasti aiuta a regolare le oscillazioni. Soprattutto per chi soffre di diabete di tipo I, è importante sapere preventivamente che tipo di allenamento andrà a svolgere e quando così da regolare le dosi di insulina e la quantità di carboidrati da assumere per evitare un doppio effetto ipoglicemizzante.

Svolgere un programma di esercizio fisico in modo costante, adattato alle caratteristiche del soggetto e supervisionato da professionisti è la chiave per evitare o quantomeno rallentare l’insorgenza di patologie metaboliche e di eventuali complicanze. Facciamo sì che il movimento diventi la nostra unica buona abitudine.

 

Bibliografia

ACSM – Linee guida per la valutazione funzionale e la prescrizione dell’esercizio fisico, Calzetti e Mariucci editore

Relazione sul diabete 2021 | CCM – Network

Risk factors contributing to type 2 diabetes and recent advances in the treatment and prevention - PubMed (nih.gov)

Exercise and type 2 diabetes: the American College of Sports Medicine and the American Diabetes Association: joint position statement - PubMed (nih.gov)

Effectiveness of resistance exercise compared to aerobic exercise without insulin therapy in patients with type 2 diabetes mellitus: a meta-analysis - PubMed (nih.gov)

Resistance exercise versus aerobic exercise for type 2 diabetes: a systematic review and meta-analysis – PubMed (nih.gov)

Exercise and insulin resistance in type 2 diabetes mellitus: A systematic review and meta-analysis - PubMed (nih.gov)

Classification and Diagnosis of Diabetes: Standards of medical care in Diabetes-2022

Facilitating behaviour change and weel-being to improve health outcomes: standards of medical care in Diabetes 2022

Prevention or delay of type 2 diabetes and associated comorbidities: standards of medical care in Diabetes 2022

The effect on glycaemic control of low-volume high-intensity interval training versus endurance training in individuals with type 2 diabetes

Resistance Exercise Versus Aerobic Exercise for Type 2 Diabetes: A Systematic Review and Meta-Analysis

The essential role of exercise in the management of type 2 diabetes

Dott.ssa Eleonora Finazzi Chinesiologo AMPA e vicepresidente della MOV a.s.d.

 

Nota dei WM: Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Eleonora e la MOV. Parliamo di fortuna perché quello che ha esposto in sintesi dovrebbe essere una dottrina per il diabetico. Possiamo e dobbiamo avere uno stile di vita come ci ha sinteticamente illustrato Eleonora ne abbiamo solo da guadagnare. Chi vuole contattare la MOV può cliccare QUI.