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Integratori anti-colesterolo, la Commissione europea interviene: “Limitare i dosaggi, possono dare effetti collaterali”

La Commissione europea ha vietato la vendita di integratori che contengono 3 mg o più di monacolina da riso rosso fermentato, un prodotto anti colesterolo: gli effetti collaterali sono simili a quelli dei farmaci.

L’integratore si può trovare anche sui banchi del supermercato, può essere acquistato liberamente, senza alcun controllo medico in termini di modalità d’assunzione e azione. Il farmaco, invece, è disponibile solo in farmacia e dietro prescrizione medica. Eppure entrambi hanno un principio di azione e degli effetti collaterali molto simili: le molecole in questione sono rispettivamente la lovastatina, farmaco di elezione per il trattamento di elevati livelli plasmatici di colesterolo, e le monacoline, sostanze presenti negli integratori a base di riso rosso fermentato e usate per lo stesso scopo. Ed è proprio per porre fine a questa differenza di trattamento che è appena intervenuta la Commissione europea, introducendo un nuovo regolamento che modifica il precedente e di fatto vieta su tutto il territorio europeo la vendita di prodotti contenenti singole porzioni per uso giornaliero con quantità uguale o maggiore a 3 milligrammi di monacolina da riso rosso fermentato. La Commissione è intervenuta anche obbligando i produttori a inserire un’etichetta che deve esibire chiaramente il numero di singole dosi di prodotto per l’assunzione massima giornaliera e un’avvertenza a non consumare un quantitativo giornaliero pari o superiore ai 3 milligrammi, oltre che specificare chiaramente il quantitativo di monacoline per dose di prodotto. Il nuovo regolamento prevede che l’etichetta includa anche altre avvertenze: anzitutto, il prodotto non deve essere consumato dalle donne in gravidanza o allattamento, dai bambini di età inferiore ai 18 anni e dagli adulti di età superiore ai 70 anni; in caso di problemi di salute conseguenti al consumo di monacoline è opportuno informare subito il proprio medico; il prodotto non deve essere assunto in combinazione ad altri medicinali per abbassare il colesterolo né in combinazione ad altri integratori che contengono riso rosso fermentato.

Un giro di vite per la sicurezza dei consumatori e dei pazienti, insomma. Che, tra l’altro, era attesa da tempo: “Il riso rosso fermentato è usato e disponibile in Cina da tempo immemore e si è diffuso in Europa negli anni novanta come prodotto usato per abbassare il colesterolo in virtù del fatto che contiene monacolina K”, spiega Alberto Corsini, professore ordinario di farmacologia al Dipartimento di scienze farmacologiche e biomolecolari dell’Università di Milano. “La monacolina è una molecola chimicamente identica alla lovastatina e ha un effetto importante nella riduzione del colesterolo, che può arrivare fino al 25%. Il rovescio della medaglia è però che la monacolina è a tutti gli effetti equiparabile a un farmaco, con tanto di effetti collaterali. Infatti già nel 2018, quattro anni fa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) aveva presentato un’opposizione all’uso di alte dosi del riso rosso fermentato e ai suoi contenuti”. Diversi studi avevano infatti mostrato che la monacolina condivide con la lovastatina effetti collaterali come dolori muscolari, mal di testa, problemi a carico del tessuto connettivo, del fegato, del sistema nervoso, del tratto gastrointestinale, della cute e del tessuto sottocutaneo. L’EFSA si era pronunciata, in particolare, sulla base della consultazione di quattro fonti di segnalazioni di eventi avversi, ritenendo che “le informazioni disponibili sugli eventi avversi segnalati negli esseri umani sono sufficienti per concludere che le monacoline da riso rosso fermentato, quando utilizzate negli integratori alimentari, destano preoccupazioni significative in materia di sicurezza al livello di uso di 10 milligrammi al giorno”.

La decisione della Commissione europea, insomma, va nel verso giusto. Quello di un “riposizionamento” dei prodotti a base di riso rosso fermentato e, più in generale, di ricordare ai consumatori che molti integratori, benché disponibili negli scaffali del supermercato, dovrebbero essere assunti con attenzione e possibilmente previo consulto con il proprio medico. “Il suggerimento per chi soffre di colesterolo alto”, continua Corsini, “è anzitutto quello di farsi visitare da un medico per una valutazione del rischio cardiovascolare. In base a questa valutazione, sarà il medico a prescrivere il trattamento più adatto, che nei casi di rischio basso – quelli non eleggibili per la terapia medica – può prevedere una modifica allo stile di vita e l’assunzione di integratori specifici, ma sempre in dosi controllate”. La monacolina, tra l’altro, non è l’unica opzione disponibile: “Sappiamo che l’approccio migliore per ridurre il colesterolo”, dice ancora l’esperto, “è quello di usare molecole che hanno meccanismi di azione diversi tra loro: penso per esempio alla berberina, ai fitosteroli, agli estratti di bergamotto e carciofo che agiscono in modo differente rispetto alle monacoline: combinando queste molecole si può avere un’additività del beneficio”. E scongiurare effetti collaterali.

Tratto da: La Repubblica Salute, 17 novembre 2022