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Associazione tra agonisti del GLP-1 e inibitori di SGLT-2

Uno studio osservazionale suggerisce che l’associazione tra un agonista del GLP-1 e un inibitore di SGLT-2 è associata ad una riduzione degli eventi cardiovascolari e renali gravi rispetto ai singoli farmaci.

Gli agonisti del recettore del peptide 1 (GLP-1) e gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT-2) sono attualmente considerati farmaci di prima scelta (insieme con la metformina) nel trattamento del diabete di tipo 2 grazie alla loro efficacia nel ridurre le complicanze cardiovascolari e renali della malattia.

Uno studio osservazionale si è proposto di valutare se l’associazione tra queste due classi di farmaci comporti un beneficio aggiuntivo rispetto all’uso dei singoli farmaci.

Si tratta di uno studio effettuato nel Regno Unito in cui sono state valutate due coorti di nuovi utilizzatori di queste classi di farmaci tra il gennaio 2013 e il dicembre 2020. Il follow-up è terminato nel marzo 2021. Il numero totale di soggetti esaminati è stato di 15638.

I partecipanti che avevano assunto all’inizio un farmaco di una classe e ai quali in seguito era stato prescritto anche un farmaco dell’altra classe sono stati paragonati a soggetti a cui era stato prescritto lo stesso farmaco della stessa classe ma non la combinazione.

Si è evidenziato che, rispetto all’uso del solo antagonista del GLP-1, la combinazione risultava associata a una riduzione del 30% del rischio di eventi cardiovascolari maggiori e del 57% di eventi renali gravi.

L’uso della combinazione, rispetto a quello dei soli inibitori di SGLT-2, era associata ad una riduzione del 29% degli eventi cardiovascolari maggiori; vi era anche una riduzione degli eventi renali gravi del 33% che però non era statisticamente significativa (RR 0,67; IC95% 0,32-1,41).

In definitiva lo studio suggerisce che nel paziente con diabete di tipo 2 l’associazione tra un agonista del GLP-1 e un inibitore di SGLT-2 è associata a benefici clinici sia per quanto riguarda gli eventi cardiovascolari maggiori che quelli renali gravi.

Ovviamente trattandosi di uno studio osservazionale il dato va interpretato con una certa prudenza in quanto non si possono escludere fattori di confondimento, anche se gli autori suggeriscono di aver tenuto conto di tali fattori (come per esempio i fattori di rischio cardiovascolare e le complicanze micro e macro vascolari). Ammettono però anche dei limiti, come per esempio non aver potuto determinare l’aderenza dei pazienti al trattamento oppure il fatto che le prescrizioni erano effettuate solo dai medici di famiglia e non dagli specialisti, o ancora l’errata classificazione degli outcome. Comunque si augurano che in futuro studi randomizzati e controllati possano confermare questi risultati.

Aggiungiamo che sarà necessario meglio chiarire a quali sottogruppi di pazienti l’associazione sia più utile.

Bibliografia

Simms-Williams N, Treves N, Yin H, Lu S, Yu O, Pradhan R, Renoux C, Suissa S, Azoulay L. Effect of combination treatment with glucagon-like peptide-1 receptor agonists and sodium-glucose cotransporter-2 inhibitors on incidence of cardiovascular and serious renal events: population based cohort study. BMJ. 2024 Apr 25;385:e078242. doi: 10.1136/bmj-2023-078242. PMID: 38663919; PMCID: PMC11043905.

Tratto da: Pillole.org, Renato Rossi, 25 luglio 2024