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Assistenza domiciliare una rete per le famiglie

 

I Cead voluti dalla Regione danno un ulteriore aiuto a chi deve assistere anziani o malati gravi tra le mura di casa
La rete dell’assistenza domiciliare nella nostra provincia è un tessuto strutturato per rispondere ai bisogni delle famiglie che desiderano tenere i propri cari, anziani e disabili non autosufficienti o persone che convivono con condizioni di salute gravi o molto delicate, tra le mura domestiche.
Solo nel 2009, l’Asl di Brescia ha assistito con le cure domiciliari 12.517 persone. Di queste, 8.877 sono state assistite con prestazioni a domicilio occasionali, mentre 6.611 utenti hanno ricevuto cure e assistenza con la modalità del voucher o del credit, che riguarda sostanzialmente interventi maggiormente strutturati e protratti nel tempo.
Da quest’anno, anche il territorio bresciano potrà avvalersi di un nuovo strumento per sostenere e coordinare con maggiore incisività le cure domiciliari, garantendo l’integrazione tra l’Asl e i Comuni e tra prestazioni sociali e sociosanitarie in ambito domiciliare. Si tratta del Cead, il Centro per l’assistenza domiciliare, che la Regione ha voluto, con apposita delibera, proprio per perfezionare il coordinamento delle risorse e degli interventi nel campo della domiciliarità.
I Cead nella nostra provincia
L’Asl di Brescia ha accolto le indicazioni del Pirellone e ha dato corso al provvedimento regionale stipulando appositi accordi per la realizzazione di Centri per l’assistenza domiciliare nei dodici distretti di competenza dell’Azienda sanitaria locale. «Dopo l’accordo con il Comune di Brescia per il Distretto 1 - ha spiegato il direttore generale dell’Asl di Brescia, Carmelo Scarcella, presentando il Cead con Anna Calvi, direttore sociale dell’Asl e Gianmaria Giraudini, presidente della Conferenza dei sindaci - abbiamo seguito lo stesso percorso per gli altri distretti, coinvolgendo le Amministrazioni comunali. I lavori si sono conclusi questo mese, con la firma di un protocollo di intesa che ha formalizzato la presenza del Cead su tutto il territorio di competenza dell’Asl di Brescia. Adesso siamo arrivati alla fase di sviluppo vera e propria dei centri, con lo studio di strategie adeguate per l’organizzazione e la strutturazione».
I Centri per l’assistenza domiciliare saranno perciò dodici, uno per ogni distretto. La finalità è appunto il raccordo tra l’Asl e i Comuni, con i loro servizi sociali e comunali di ambito per dare risposte sempre più attente e puntuali alle persone che hanno bisogno di assistenza domiciliare. Per quanto riguarda l’Azienda sanitaria bresciana, il Cead rappresenta l’evoluzione di una realtà già presente all’interno dell’Asl, ovvero l’Ucam (Unità di continuità assistenziale multidimensionale), un gruppo di lavoro interdisciplinare che da oltre dieci anni opera per rispondere ai bisogni di anziani e malati, raccogliendo le richieste e pianificando interventi personalizzati.
I compiti dei Centri per l’assistenza
Quali saranno concretamente i compiti dei Cead? In primo luogo, a questi centri spetta il coordinamento e l’ottimizzazione degli interventi e dei servizi dell’assistenza domiciliare, ma pure promuovere e favorire la continuità assistenziale, assicurare tempi certi e rapidi di presa in carico dei bisogni domiciliari, coordinare l’impiego delle risorse, svolgere una funzione di monitoraggio e orientare gli utenti nell’accesso ai servizi, con informazioni su tipologia, costi, modalità e criteri di accesso. «Il funzionamento del Cead sarà incentrato anche su sistemi informatici - ha detto ancora Scarcella -. I centri offriranno anche una risposta rapida agli utenti, attraverso la definizione di piani di intervento personalizzati».
Il protocollo di intesa che ha formalizzato la presenza dei Cead sul nostro territorio, ha sottolineato Giraudini, «era atteso dai Comuni. Il centro rappresenta un modo moderno e nuovo di operare nell’ambito dell’assistenza domiciliare».
Le cure domiciliari nel 2009
Come anticipato, nel 2009 l’Asl di Brescia si è occupata di 12.517 persone assistite a domicilio. La maggior parte dei pazienti seguiti tra le mura domestiche, sono anziani con più di settantacinque anni.
Nel 2009, su un totale di 8.054 donne assistite a casa, 2.937 avevano tra i 75 e gli 84 anni e 3.575 erano ottantacinquenni o ultraottantacinquenni. Gli uomini che nell’anno appena trascorso hanno avuto bisogno di cure domiciliari sono stati complessivamente 4.463, di cui 1.758 tra i 75 e gli 84 anni e 1.174 che avevano già compiuto ottantacinque anni.
Il quadro non cambia se si guarda ai numeri che riguardano il numero di pazienti in cura domiciliare cui sono stati erogati, da parte dell’Asl, voucher e credit. Nel 2009, su 6.611 persone che hanno usufruito di questi aiuti, 4.072 erano donne e 2.539 uomini. Tra le donne, 1.481 avevano tra i 75 e gli 84 anni e 1.709 avevano già compiuto ottantacinque anni, mentre tra gli uomini 975 erano nella fascia tra i 75 e gli 84 anni e 598 erano ottantacinquenni o con più di 85 anni.
«Le donne sono più numerose rispetto agli uomini - ha affermato Scarcella - perché hanno una aspettativa media di vita più alta».
Tratto da: Giornale di Brescia, Paola Gregorio, 10 marzo 2010