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«Califano ricevuto, bambini diabetici no»

Califano sì, i bambini diabetici no. L’invito di Renata Polverini che ha ricevuto il cantautore martedì scorso, ha suscitato la reazione composta ma decisa dell’Associazione diabete infantile e giovanile del Lazio che aspetta da mesi di poter parlare con la presidente della Regione. Califano venne ricevuto nella sede della giunta Regionale all’indomani della richiesta di aiuto, rinnegata però pochi giorni dopo dallo stesso cantante.

«Certi episodi ci rammaricano, disgustano e umiliano le nostre famiglie, i medici pediatri diabetologi e il nostro lavoro - si legge nella lettera di Raffaella Sommacal, presidente dell’associazione - Ci occupiamo da più di 30 anni di bambini e ragazzi con diabete insulino dipendenti. In questi anni abbiamo cercato di varcare l’insormontabile accesso ai piani alti della Regione Lazio, per farci sentire, per far capire e conoscere a chi ci rappresenta cosa significhi il diabete nel bambino, quanti problemi esso comporti nella gestione sanitaria, familiare e sociale. Abbiamo chiesto un incontro alla presidente Polverini per esporre la grave situazione che si sta evidenziando rispetto alla cura, all’assistenza ospedaliera e sociale dei nostri figli: ad oggi non abbiamo ricevuto alcun cenno da parte della Regione Lazio di volontà di incontrarci. Ecco che allora l’immediato incontro concesso al signor Califano ha fatto scattare la rabbia, la frustrazione e incredulità».

La presidente Raffaella Sommacal racconta i problemi delle famiglie che assistono un bambino con il diabete a scuola o quando pratica sport. «Molte mamme costrette ad abbandonare il lavoro per fare l’insulina a pranzo ai propri figli - sostiene - ma siamo anche a un sistema di appropriatezza dei ricoveri imposto dalla Regione Lazio che fa sì che l’ospedale non potrebbe ricoverare le chetoacidosi se non in ragione di un certo numero di day hospital e visite ambulatoriali. Questa posizione, fuori da qualsiasi linea guida e ragionevolezza, comporterà che veramente nessun ospedale riuscirà a ricoverare le chetoacidosi al di fuori di un pronto soccorso, non lasciando spazio a riequilibri adeguati e il tempo per la necessaria educazione della famiglia».

Il numero dei casi di bambini affetti da diabete è in continuo e preoccupante aumento, il trend per i prossimi anni lo è ancor più (i dati dell’incidenza dei casi di diabete di tipo 1 nella popolazione di Roma e del Lazio nel periodo 2004-2009, nella fascia di età fino a 14 anni, ci indica 15,68 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti, contro 7,9 e 8,8 rispettivamente negli anni 1989-1993 e 1990-1999 con un picco massimo di incidenza osservato nella fascia d’età 5–9 anni).