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Ricerca, ora c'č la mappa dei bravi

 

Finanziamenti dei progetti: in pista procedure blindate. E il Sud arranca

È la prima volta che in Italia viene adoperata, per il finanziamento della ricerca, una procedura di valutazione totalmente blindata, affidata esclusivamente a esperti stranieri "al sopra di ogni sospetto". A valutare i progetti presentati per rispondere a un recente bando di 28 milioni di euro del ministero della Salute, finalizzato a incoraggiare la ricerca degli "under 40" in campo biomedico, sono stati infatti circa cinquecento scienziati appartenenti al "Center for scientific review" dell'americano National institutes of health, il più qualificato organismo valutatore del mondo. Tra i 997 progetti presentati ne sono stati scelti 54. E, udite udite, tra questi 54 c'è ne sono soltanto due che partono da centri di ricerca del sud Italia, uno calabrese e uno campano. Se è vero, come ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio, che si tratta di una rivoluzione epocale, grazie alla quale è ora possibile tracciare la prima mappa delle eccellenze italiane nel campo della ricerca e che "finalmente ora sappiamo chi sono e dove lavorano i bravi", non c'è da essere particolarmente soddisfatti. " possibile che i bravi siano concentrati tutti al di sopra della linea gotica? Se sì, occorre domandarsi come mai e la risposta più semplice è forse la più vera: qui al Sud le opportunità per dedicarsi alla ricerca sono ancora poche e i bravi se ne vanno altrove. Per fortuna, però, lei è rimasta.
LE ECCELLENZE DEL SUD
Il progetto di Maria Pia Cosma, ricercatrice dell'Istituto Telethon di genetica e medicina (Tigem) di Napoli, riceverà un finanziamento di circa 500 mila euro in tre anni. La sua è una carriera (per ragioni anagrafiche) ancora breve eppure già coronata di successi e riconoscimenti, non ultimo il titolo di Cavaliere della Repubblica conferitole dal presidente Giorgio Napolitano per il suo eccezionale lavoro nel campo della ricerca. Nonostante la "mappa delle eccellenze" tracciata da Fazio, Cosma non crede affatto che siamo destinati a rimanere in uno stato di minorità rispetto al resto d'Italia, anzi: "Ritengo che al Sud ci siano delle eccellenze scientifiche importanti. Si deve cercare di stimolare sempre di più le opportunità per facilitare giovani ricercatori a sviluppare la ricerca al sud". E aggiunge: "In ogni caso la ricerca non ha confini, ciò che è essenziale è la mobilità e il ricambio di ricercatori tra l'Italia e l'estero, figuriamoci tra Nord e Sud".
Insieme alla sua equipe, Cosma lavora da anni sulla riprogrammazione cellulare, cioè sulla possibilità di individuare dei meccanismi per "riprogrammare" le cellule adulte e renderle simili alle staminali.
STAMINALI, CELLULE BAMBINE
Come è noto le cellule staminali sono particolarmente importanti perché sono caratterizzate da una elevata plasticità. Come cellule "bambine" che devono ancora "decidere" cosa diventare da adulte, le staminali sono in grado di differenziarsi in diversi tipologie cellulari. Si capisce perché è proprio da queste cellule che dipende la possibilità di aprire prospettive nuove in tutti i campi della medicina rigenerativa, a vantaggio dei pazienti con morbo di Alzheimer, di Parkinson, cardiopatie e così via. "Con questo progetto – sottolinea la ricercatrice- cerchiamo di identificare come una cellula del nostro organismo può essere riprogrammata, cioè come possa essere fatta tornare indietro ad uno stadio di staminalità. Inoltre stiamo studiando se la riprogrammazione è alla base della rigenerazione, cioè possa essere un meccanismo di riparo di danni tissutali".
Il meccanismo di selezione adoperato dal Mnistero è piaciuto molto a gran parte della comunità scientifica, perché a differenza di quanto avvenuto sinora non sono stati più seguiti criteri eterogenei. Ad esempio aree tematiche, distribuzioni geografiche, e quindi i fondi non sono stati spartiti in base a una sorta di "pre-assegnazione" che non sempre ha portato alla selezione della migliore ricerca. "Sicuramente – osserva Cosma - sarebbe auspicabile che sia ripetuto lo stesso meccanismo di selezione e valutazione dei progetti. " infatti estremamente importante che siano valutati i progetti con una procedura peer review", ovvero tra pari.
È importante inoltre considerare che il lavoro di ricercatori come Maria Pia Cosma non si limita ad avere un potenziale di impatto "solo" nel campo della conoscenza e della salute, ma detiene un potenziale d'impatto notevolissimo anche sul mondo economico.
L'Unione europea ha ormai da anni un piano strategico per fare delle biotecnologie il motore dell'economia del futuro e, sebbene con un po' di ritardo, anche il nostro paese si è organizzato con un proprio "Piano nazionale di azione sulle biotecnologie e le scienze della vita". Tra le prime in Italia, dal 2003 la Campania ha anche un proprio centro di competenza regionale per le biotecnologie, destinato proprio a favorire la traduzione della conoscenza di base al sapere "applicato" e quindi in impresa. "Il Tigem – conclude Maria Pia Cosma - è finanziato da Telethon e lavora per identificare e curare le malattie genetiche, ma ovviamente questo tipo di ricerca ha un aspetto anche traslazionale con ricadute nell'industria. La ricerca è senza dubbio alla base dell'economia e da essa può e deve dipendere lo sviluppo non solo della Campania ma dell'Italia intera".
Tratto da: denaro.it, Cristian Fuschetto, 28 marzo 2010