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«Regione, un piano sanitario senza tagli»

 

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato nel pomeriggio di ieri, dopo due giorni di discussione, il nuovo Piano socio-sanitario, il primo di durata quinquennale. Hanno votato a favore Pdl e Lega Nord, contro Pd, Idv e Sel (Sinistra ecologia libertà), si sono astenuti invece Udc e Pensionati.
«Un Piano con il quale intendiamo consolidare quello che già c'è per andare oltre» dichiara Margherita Peroni, presidente della Commissione sanità ed assistenza e relatrice in aula del provvedimento. «Intendiamo garantire, in un periodo di crisi economica, un sistema di servizi sanitari ancora più efficiente, più rispondente ai nuovi bisogni di salute, più semplice e più accessibile», aggiunge. Ribadendo che nel piano «non si entra nel merito delle modalità di reperimento delle risorse perché strettamente legate alla Finanziaria non ancora approvata, al federalismo non ancora attuato ed al Patto di stabilità su cui la partita è tutt'altro che chiusa». Continua: «Il Piano è un atto di indirizzo che indica le linee sulle quali ci vogliamo muovere: tra pochi giorni una delibera di Giunta sulle regole di sistema sarà esplicita sui finanziamenti per la sanità lombarda del 2011».
«Ma - ribadisce con fermezza la presidente - non intendiamo ridurre i servizi esistenti».
Che, per la sanità bresciana si traducono - è il bilancio consuntivo dell'Asl - in una spesa di un miliardo 438 milioni di euro solo per la parte sanitaria, 165 milioni per quella socio-sanitaria e 37 milioni per quella assistenziale. Pari al 10% del bilancio di tutte le Asl lombarde. Il documento si impegna «nella prevenzione, nel sostegno e nella cura delle cronicità e nello sviluppo di una rete di assistenza che realizzi una maggiore integrazione tra ospedali e territorio, con un accento particolare alle reti per le cure palliative e la terapia del dolore».
Durante la discussione in Consiglio, le opposizioni hanno criticato il testo definendolo «generico e poco analitico». «In realtà - aggiunge Peroni - centra l'attenzione sugli aspetti essenziali che consideriamo strategici. In particolare, l'integrazione ospedale-territorio sempre più necessaria alla luce delle vecchie e nuove cronicità. Si raccomanda un maggiore collegamento tra medici di medicina generale e i loro colleghi ospedalieri, e viceversa, per una gestione diretta del paziente.
Abbiamo anche semplificato le procedure di accesso attraverso il sistema elettronico e la revisione del Centro unico di prenotazione». Un Piano che «ha consolidato l'esistente, andando oltre. Gli ospedali, ad esempio: massima tutela dei presidi nelle zone montane, ma riorganizzazione degli altri individuando quali devono essere solo per acuti e quali per cure subintensive e subacute.
Oltre all'offerta consolidata, sono stati introdotti nuove disposizioni come il riconoscimento della fibromialgia come malattia e della sclerosi sistemica come malattia rara. Ma prevediamo anche di favorire gli interventi odontoiatrici a domicilio per i minori sottoposti a cure antitumorali».
Tratto da: Giornale di Brescia, Anna Della Moretta, 18 novembre 2010