5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi č importante!
C.F. 98152160176

Le Nazioni Unite e il World Economic Forum insieme contro cattiva alimentazione, sedentarietā, stress e abuso di sostanze

 

L’emergenza dell’impressionante incremento di malattie non trasmissibili dipendenti dallo stile di vita, sia nei Paesi sviluppati che in quelli emergenti, ha portato le Nazioni Unite a convocare per il prossimo Settembre 2011 un Summit con tutti i Capi di Stato dei Paesi membri per definire azioni concrete per ridurre i flagelli dell’obesità, del diabete, delle malattie cardiovascolari ed oncologiche attraverso politiche volte a rendere più salutari le abitudini delle popolazioni.
Per portare al tavolo delle Nazioni Unite il contributo dell’industria privata, si è attivato il World Economic Forum, che ha selezionato una serie di importanti aziende multinazionali nel settore della salute, della nutrizione e dell’esercizio fisico e ne ha convocato il top management nella propria sede di New York per una riunione di due giorni dedicata al tema : 40 persone in rappresentanza di Pepsi, Unilever, Nestlè, Kraft, Sab Miller, Diageo per l’industria alimentare, poi Johnson & Johnson, Novo Nordisk, Sanofi Aventis, Pfizer, Novartis, Astra Zeneca, Bayer, Merck per quella farmaceutica, l’italiana Technogym e Adidas per l’industria del fitness, MedTronic per il biomedicale, le grandi società di assicurazione medica Humana, United Health e Aetna.
Una impressionante concentrazione di potere economico ed industriale ha dedicato due giorni di brainstorming per fare il punto della situazione sul proprio coinvolgimento e sul proprio contributo al miglioramento dello stile di vita.
I lavori hanno portato a definire quattro fronti su cui lavorare: una alimentazione più sana, maggiore attività fisica, minore stress e consumi di sostanze (tabacco, droghe, eccesso di alcol).
Il settore privato può agire su due leve: quella della comunità dei propri dipendenti diretti (svariati milioni di persone in tutto il mondo) e l’innovazione, ovvero nuovi prodotti per incentivare le popolazioni a un migliore stile di vita.
Il meeting ha portato a condividere le esperienze dei programmi di ‘corporate wellness’ dei grandi gruppi multinazionali, che da tempo hanno dotato le loro sedi di palestre per l’esercizio fisico, di sistemi ed incentivi per combattere la sedentarietà, per incrementare i consumi di frutta e verdura freschi, oltre alle campagne contro fumo, abuso di alcool e per il controllo dello stress.
È risultato inoltre evidente l’importante ruolo dell’innovazione introdotta sui mercati dai grandi gruppi industriali: nuovi strumenti per monitorare ed incentivare l’attività fisica della popolazione, prodotti alimentari più equilibrati, farmaci più mirati, di più facile assunzione e distribuiti con politiche di prezzo più attente ai divari di potere di acquisto delle popolazioni, strumenti di prevenzione gestiti direttamente dalle società di assicurazione medica, etc.
Grande impegno strategico, grandi investimenti di ricerca e sviluppo e comunicazione, ma anche la conclusione amara che nonostante tutti gli sforzi questa generazione non riuscirà a vedere risultati tangibili nel contrastare una pandemia che è appena iniziata, e che il livello di sforzo per incidere sensibilmente va ben al di là delle capacità di intervento di uno stato sovrano o di una grande multinazionale. 
Non potremo pertanto aspettarci più di tanto dal grande Summit convocato in Settembre dalle Nazioni Unite con tutti i capi di stato: impossibile sperare in una svolta, ma sarà già un grande successo se saremo stati capaci di mettere le basi per iniziare a ridurre la crescita dei dati epidemiologici, per iniziare a muoverci nella direzione giusta, opponendoci alla tendenza attuale che vede la popolazione mondiale diventare ogni giorno ancora più sedentaria, meno capace di nutrirsi in modo equilibrato e quindi più esposta al flagello delle malattie legate allo stile di vita.
Tratto da: Il Sole 24 Ore, 06 dicembre 2010