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Una nuova terapia per le complicanze oculari del diabete con rischio cecitā

 

Avanzano nuovi potenti farmaci per la cura delle complicanze oculari correlate al diabete. Di recente la Commissione Europea ha esteso le indicazioni di una molecola per uso oftalmico, ranibizumab (già in commercio per la degenerazione maculare legata all’età, di tipo neovascolare), anche al trattamento della perdita progressiva della visione, correlata all’edema maculare diabetico. Una forma, quest’ultima, di retinopatia diabetica particolarmente grave, tra le principali cause di cecità nei pazienti. É in parallela crescita con la drammatica incidenza del diabete. Nel mondo riguarda circa il 10 per cento dei quasi 300milioni di diabetici. Dopo 20 anni di «malattia del sangue dolce», la percentuale sale addirittura al 90 per cento. «L’edema maculare diabetico può causare un calo della vista altamente limitante, tale da portare alla perdita dell’autonomia nello svolgimento di tante attività indispensabili nell’economia della vita quotidiana», spiega il professor Francesco Bandello, ordinario di malattie dell’apparato visivo presso l’università Vita-Salute San Raffaele e responsabile dell’unità operativa di oculistica dell’Istituto Scientifico San Raffaele, tra i maggiori esperti a livello internazionale di retinopatia diabetica. «Fondamentale farsi controllare sempre gli occhi anche quando non si hanno sintomi ma si soffre di diabete», sottolinea Bandello. «Quello è il momento ideale per vedere se qualcosa non va e per poter intervenire in modo più efficace».
L’autorizzazione del farmaco, a tutti gli effetti la prima e unica terapia approvata anti-VEGF (il fattore di crescita vascolare), in grado di migliorare la visione e la relativa qualità della vita nei pazienti con edema maculare diabetico, si è basata sui dati ottenuti in due studi clinici (Restore e Resolve) che hanno dimostrato, nei pazienti trattati con ranibizumab, un superiore, più rapido e costante nel tempo recupero dell’acuità visiva (pari almeno a 10 lettere, nel 50 per cento dei casi), rispetto all’attuale terapia di riferimento. «Effettivamente utilizzare ranibizumab intraocularmente nel paziente diabetico consente, quando è presente un edema maculare, di ridurlo in misura maggiore rispetto al gold standard , la fotocoagulazione laser. Sono in sperimentazione farmaci con caratteristiche analoghe a quelle di ranibizumab, con differenti modalità di somministrazione o di combinazione». L’indicazione nel trattamento dell’edema maculare diabetico, è registrata a livello Europeo.
Tratto da: Il Giornale, 23 gennaio 2011