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Colesterolo fuori controllo

 

Paesi ad alto e medio reddito accomunati da una cattiva abitudine: prendono sotto gamba il colesterolo alto. Uno studio dell’Oms fotografa come viene contrastato questo fattore di rischio cardiovascolare in 8 paesi.
Per quanto sia ormai diventato quasi banale, il trattamento per l’ipercolesterolemia è un lusso di cui la gran parte delle persone che vivono nei Paesi a medio e ad alto reddito non gode. Con la conseguenza che il rischio cardiovascolare si impenna.
È questo il risultato di uno studio realizzato dall’Organizzazione mondiale della sanità e pubblicato sul bollettino mensile dell’Organizzazione. A stupire è non soltanto l’ampiezza della popolazione che non riceve alcun trattamento, ma anche la trasversalità tra le diverse aree del mondo. 
Lo studio è stato condotto sui dati di quasi 80 mila pazienti in Inghilterra, Germania, Giappone, Giordania, Messico, Scozia, Tailandia e Stati Uniti. Le differenze tra i diversi paesi sono sostanziali, ma sono diverse da quanto ci si aspetterebbe.
Così, se si guarda ai dati relativi alla proporzione di persone che non ricevono affatto una diagnosi di ipercolesterolemia si va dal 78 per cento della Tailandia al 16 per cento degli Stati Uniti. Non si salvano gli altri paesi dove circa la metà dei pazienti non riceve la diagnosi.
C’è un altro aspetto che però preoccupa l’Oms: quei pazienti che, benché riconosciuti come a rischio, non ricevono alcun trattamento. In questo caso il quadro si rovescia: a ottenere i migliori risultati è la Tailandia dove soltanto il 9 delle persone che hanno ricevuto una diagnosi di ipercolesterolemia non riceve il trattamento adeguato. Maglia nera al Giappone, dove questa percentuale arriva al 53 per cento. 
Infine, l’efficacia dei trattamenti, cioè la percentuale delle persone trattate che ottiene il controllo del colesterolo: la forbice va dal 4 per cento della Germania al 58 per cento del Messico. Paese che risulta il migliore nello scenario ritratto dall’Oms.
“I farmaci per ridurre i livelli di colesterolo sono ampiamente disponibili, altamente efficaci e possono giocare un ruolo essenziale nella riduzione della malattie cardiovascolari nel mondo”, ha affermato uno degli autori dello studio, Gregory A Roth dell’Institute for Health Metrics and Evaluation in the United States of America. “Nonostante ciò, la copertura dei farmaci per il controllo del colesterolo rimane bassa”. Inoltre, non è detto che sia necessario ricorrere ai medicinali: “Semplici cambiamenti negli stili di vita, come l’astensione dal tabacco, regolare attività fisica e una dieta sana possono aiutare a prevenire le malattie cardiache e l’ictus”, ha commentato Shanthi Mendis, coordinatrice dell’unità Chronic Diseases Prevention and Management dell’Oms. “I farmaci per abbassare i livelli di colesterolo e la pressione possono essere necessari se il rischio è molto alto”, ha concluso. 
Tratto da: quotidianosanità, 01 febbraio 2011