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Tumori: la proposta, una 'guida Michelin' delle mense con menu' sani

 

Milano - Compilare una sorta di 'guida Michelin' delle mense e dei ristoranti attenti ai principi chiave della prevenzione a tavola. Strutture che dovrebbero adottare 'menu intelligenti', indicando con uno speciale contrassegno le portate ricche di sostanze-scudo amiche della salute. L'idea è di Adriana Albini, direttore scientifico dell'Istituto MultiMedica di Castellanza (Varese) e responsabile della ricerca oncologica dell'Irccs milanese MultiMedica. Intervenuta oggi nel capoluogo lombardo alla presentazione della vendita benefica di arance Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), in programma sabato in oltre 2 mila piazze della penisola, proprio in omaggio al frutto protagonista dell'iniziativa la scienziata propone una sorta di 'bollino arancio' per aiutare adulti e bambini a mangiare sano anche fuori casa. "Si dice che ormai il ristorante d'Italia è la mensa - osserva Albini - Per questo mi piacerebbe che si pensasse a una specie di guida sui luoghi in cui i lavoratori, ma soprattutto i bimbi che vanno a scuola, consumano i loro pasti durante il giorno". Da chimica appassionata, l'esperta spiega di avere "sempre amato andare a vedere cosa c'è dentro le cose", cibi compresi. Tanto da affermarsi tra le specialiste più citate nel settore della nutriceutica, la scienza che studia appunto le proprietà degli alimenti. "Resto convinta che sia giusto lasciare a tutti la libertà di mangiare quello che vogliono - precisa - ma credo anche sia importante indicare loro quali sono i cibi che contengono sostanze utili alla chemioprevenzione". Promuovere una 'libertà consapevole', inoltre, potrebbe essere un modo nuovo per riuscire a verificare sul campo gli effetti della nutriceutica. "Dopo un certo periodo di tempo, per esempio un anno - riflette Albini - si potrebbero infatti valutare le condizioni di salute di chi ha optato per un cibo, piuttosto che per un altro". Gli antociani delle arance rosse di Sicilia, la curcumina del curry, lo xantumolo del luppolo, le catechine del tè verde (da bere senza latte per non neutralizzarne il potere antiossidante). E ancora la soia, e gli alimenti ricchi di selenio, isoflavoni, vitamina A ed E. In dispensa si nasconde un'intera farmacia, "e se una volta le nonne andavano a intuito - dice Albini - adesso c'è una scienza, la nutriceutica, che indaga sulle virtù delle sostanze contenute nei cibi". Ma "parlare di 'dieta preventiva' non è mai facile", ammette l'esperta. E "i messaggi non vanno fraintesi", avverte Anna Villarini, biologa nutrizionista dell'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, perché se è vero che luppolo e resveratrolo possono avere effetti benefici, ciò "non significa che birra o vino rosso vanno bevuti con leggerezza". Gli studi 'Diana' condotti all'Int, ricorda la ricercatrice, hanno dimostrato che riequilibrando la dieta si riducono i fattori di rischio che favoriscono lo sviluppo del cancro al seno o ne ostacolano la guarigione. E il trial 'Diana 5', sostenuto da ministero della Salute e Airc, punta a reclutare 2 mila donne per valutare se un'alimentazione sana e un'attività fisica adeguata possono abbattere anche il rischio di ricadute tumorali. "Serve un approccio integrato e multidisciplinare", conferma Bernardo Bonanni a capo della Divisione di prevenzione e genetica oncologica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Muoversi ("basta camminare a passo veloce 15-20 minuti al giorno", assicura l'esperto) e privilegiare verdura, frutta, legumi e pesce, limitando grassi e zuccheri, aiuta per esempio a contrastare l'insulino-resistenza a rischio di cancro al seno. Ma speranze arrivano anche da alcuni farmaci noti come la pillola anti-diabete metformina, che sembra ridurre del 40% il rischio di tumore ed è allo studio all'Ieo nella prevenzione del carcinoma mammario. Sempre valida poi la 'ricetta' delle 5 porzioni quotidiane tra frutta e verdura. "L'importante è che siano prodotti di stagione - raccomanda Villarini - perché ogni alimento garantisce il massimo del suo potere preventivo quando ce lo offre la natura". Meglio diffidare, insomma, delle fragole in dicembre o delle arance ad agosto.
Tratto da: Adnkronos Salute, 28 gennaio 2010