Diabetici in rivolta: «No ai kit coreani»
L’Asl Napoli 5 scrive alla Soresa: sospetti sugli apparecchi per il test rapido costruiti in Corea del Sud
NAPOLI — La rivolta si è diffusa a macchia d’olio tra il popolo dei circa trentamila diabetici dell’Asl Napoli 5. Da San Giorgio a Cremano a Vico Equense, nei 24 comuni vesuviani della commissariata Azienda sanitaria locale, in molti rifiutano i nuovi reflettometri costruiti nella Corea del Sud. Gli apparecchietti per la misurazione rapida del diabete darebbero risultati altalenanti e poco attendibili; almeno così sostengono un centinaio di pazienti che hanno inondato l’Asl di esposti. «Non vogliamo i misuratori coreani, ci sembrano pezzottati» spiega un’anziana signora negli uffici dell’Asl. Alcune denunce sono drammatiche. Il signor Ciro A. di Castellammare ad esempio scrive: «per ben dieci volte il diabete di mia moglie risultava a 5,50 (oltre cinque volte il livello di guardia). Per due volte ho dovuto chiamare il 118 e far trasportare mia moglie in ospedale, lì si sono accorti che era a 2,50». Conclusione: «Sto vivendo nel terrore — scrive Ciro A. — quindi vi prego di farmi tornare al mio reflettometro...».
RISULTATI DIVERSI - Elena O. altra stabiese è più sintetica: «Dichiaro di rifiutare la macchinetta consegnatami dalla ditta Svas perché i risultati non corrispondono con le analisi di laboratorio, mi dà 70 o 80 milligrammi in più. Quindi vorrei tornare al mio vecchio apparecchio che mi dava risultati coerenti con quelli del laboratorio». Altri pazienti scrivono all’Asl spiegando di «aver rifiutato il pacco recapitato a domicilio» con il nuovo apparecchietto perché non riescono a usarlo. Ci sono pure diabetici che denunciano violazioni alla privacy da parte degli incaricati della ditta «che hanno lasciato il pacco al mio vicino perché io non ero in casa, così ora lui sa che ho il diabete...» si lamenta un signore. Da Roma l’Associazione Diabete Italia ha inviato un esposto al commissario dell’Asl 3, Antonio Lamberti chiedendo garanzie sui reflettometri made in Corea e sugli standard di affidabilità delle misurazioni. Il presidente dell’associazione, il prof Paolo Cavallo-Perin, sottolinea la necessità di «salvaguardare la qualità dell’assistenza ai pazienti diabetici di codesta Asl». Il rischio, fa notare, è che se i risultati dei test rapidi non sono attendibili il paziente può iniettarsi una dose eccessiva di insulina, con esiti anche drammatici.
NUOVO APPALTO - Come si è arrivati alla fornitura dei contestati apparecchi coreani? Per la cronaca si chiamano «GlucoLab» o «Evolution » e sono importati e distribuiti dalla «Svas Biosana» di San Giuseppe Vesuviano. Tutta colpa (o merito, dipende dai punti di vista) del buco nero della sanità campana e della decisione conseguente dell’Asl Na5 di abbattere i costi per l’assistenza ai diabetici. Così la Soresa, la società regionale che si occupa di contenere i costi, nel 2008 ha indetto una gara d’appalto per esternalizzare la fornitura dei reflettometri: costo oltre 4 milioni e mezzo di euro annui per fornire a 23.00 utenti (ma poi si è arrivati a trentamila) il kit per la misurazione rapida. La gara se l’è aggiudicata proprio la Svan, soppiantando colossi farmaceutici come Menarini, Roche, Abott o Lifescan. Come? Con un clamoroso ribasso nell’offerta. Così si è passati dai 18 milioni spesi per l’anno precedente a 4 milioni e mezzo per il 2009. Un maxirisparmio di circa 14 milioni di euro per le casse della disastrata sanità campana. In più l’indubbio vantaggio per i pazienti di ricevere i kit a domicilio (mentre prima erano costretti a recarsi in farmacia).
ESPOSTO ALLA SORESA - Ora però le scrivanie della Napoli 5 sono inondate di proteste ed esposti. I dirigenti dell’Asl hanno messo tutto nero su bianco, scrivendo alla Soresa e muovendo pesanti accuse all’impresa fornitrice: mancata consegna dei kit nei tempi programmati; consegna di materiali diversi da quelli richiesti; violazione della privacy da parte dei corrieri della ditta; mancata risposta alle chiamate dei cittadini ai numeri verdi del fornitore. Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per dubitare che il servizio porta a porta del kit antidiabete funzioni come dovrebbe.
L’INTERROGAZIONE - Sul trattamento dei diabetici in Campania la consigliera regionale Antonella Cammardella ha presentato un’interrogazione al governatore Bassolino e all’assessore regionale alla sanità, Mario Santangelo. Lamenta che le Asl seguono terapie difformi per la cura del diabete; che alcune Asl distribuiscono i kit attraverso le farmacie e altre si affidano ai privati; che nelle gare d’appalto non si tiene conto dei requisiti di qualità dei prodotti approvati dalle associazioni dei pazienti. In una parola: grande è il caos sotto il cielo della sanità campana. A questo si aggiunga che dal 1 dicembre scorso i diabetici dell’Asl Napoli 1 devono provvedere a pagare di tasca propria le visite e le analisi di routine. Uno scenario desolante.
Tratto da: corrieredelmezzogiorno.corriere.it, Roberto Russo , 07 dicembre 2009