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Come fare dell’ufficio la propria palestra

 

Si può perdere peso se si lavora in ufficio per otto ore al giorno e non si ha tempo per la palestra? Certo, basta trasformare l’ufficio stesso in un luogo di “palestra”. Questo è quanto è accaduto in un sorprendente esperimento compiuto da ricercatori statunitensi della Mayo Clinic, in Minnesota.
La chiave di tutto, secondo l’autore dello studio James Levine, sta nell’aumentare la cosiddetta termogenesi non associata a esercizio (NEAT), ovvero la quantità di calorie che il corpo brucia normalmente durante il giorno con i semplici movimenti quotidiani come camminare, piegarsi sulle ginocchia o salire le scale. Questo valore, secondo i ricercatori, può essere raddoppiato con piccoli accorgimenti quotidiani e può portare a un netto calo del peso corporeo.
Nel loro esperimento, Levine e i colleghi hanno “ridisegnato” un ufficio commerciale sostituendo le sedie delle scrivanie con piccoli tapis roulant su cui camminare durante il lavoro, hanno introdotto cordless al posto del telefoni fissi e hanno tolto tutte le sedie dalla stanza delle riunioni, invitando i dipendenti a compiere i cosiddetti briefing camminando. Al termine degli 8 mesi di studio, i 18 dipendenti impiegati nell’ufficio hanno perso un totale di 70 chilogrammi di peso (4 chili a testa di media) migliorando i loro livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
Il 90% del totale dei chili persi era costituito da puro grasso corporeo, sottolinea James Levine. Ma, soprattutto, l’esperimento non ha comportato nessuna perdita economica per l’azienda, che ha invece aumentato i suoi introiti del 10%. Un vero successo che potrebbe essere riprodotto, seppur in scala minore, in qualsiasi ufficio. Incentivando, ad esempio, i dipendenti ad alzarsi più spesso dalla propria scrivania, a trascorrere in piedi o camminando l’intero tempo delle loro telefonate e facendo dimenticare loro una volta per tutte l’ascensore, a meno che non si lavori all’ultimo piano di un grattacielo.
Fonte: Levine J. Non-exercise activity thermogenesis. Mayo Clinic; 1 aprile 2010.
Tratto da: Il Pensiero Scientifico Editore, stefano massarelli, 02 aprile 2010