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Nuovo e decisivo passo avanti verso la cura radicale del Diabete mellito di tipo 1 (insulino-dipendente)

 

E’ tutta italiana l’importante ricerca che rappresenta un sostanziale passo in avanti per sconfiggere il diabete mellito di tipo 1. Un’équipe multidisciplinare di ricercatori dell’Università degli Studi di Perugia, ha messo a punto un’importante scoperta, dopo 5 anni di intenso lavoro sperimentale, che potrebbe rivoluzionare la terapia di fondo della malattia. L’équipe, diretta dal professore Riccardo Calafiore del Dipartimento di Medicina Interna, Sezione di Medicina Interna e Scienze Endocrine e Metaboliche, è costituita dal dottore Giovanni Luca, coadiuvato dalla dottoressa Francesca Fallarino (del gruppo del professore Paolo Puccetti), e dal dottore Mario Calvitti, (del gruppo del professore Ennio Becchetti). La ricerca è stata pubblicata, nei giorni scorsi, dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale The Journal of Experimental Medicine, una delle più autorevoli al mondo per la ricerca biomedica. Gli scienziati perugini hanno per la prima volta guarito il topo NOD, l’unico modello animale che sviluppa un diabete mellito spontaneo su base autoimmunitaria, del tutto simile a quello umano, in cui è stata indotta la stabile, completa e duratura normalizzazione della glicemia nell’80% dei casi. Il metodo è consistito nel trapiantare negli animali diabetici cellule del Sertoli testicolari, che normalmente elaborano numerosi fattori di crescita ed immunoprotettivi, dopo averle avvolte in speciali microcapsule. I fattori secreti dalle cellule del Sertoli hanno completamente abbattuto l’aggressione autoimmunitaria che, distruggendo le cellule del pancreas produttrici di insulina, determina un incontrollato aumento della glicemia causando così l’insorgenza della malattia diabetica. Tali sostanze hanno consentito, al tempo stesso, il recupero delle cellule pancreatiche che, riacquistata la capacità di produrre e secernere insulina, hanno normalizzato la glicemia negli animali ammalati. Per la prima volta i topi NOD trattati sono guariti, creando un precedente unico in Diabetologia, che potrebbe aprire le porte al varo di studi clinici pilota nell’uomo.
Fonte: Comunicato stampa Università di Perugia, 13 ottobre 2009