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Il chirurgo ipertecnologico

 

Il chirurgo di domani è ipertecnologico ma non perde di vista il benessere globale del paziente. Intanto il campo operatorio si riduce al minimo, alla singola cellula grazie alle nanotecnologie. Lo sguardo sul futuro arriva da Verona, al Congresso nazionale della Società italiana di chirurgia, confronto tra duemila "bisturi". "Un traguardo non lontano quello delle nanoparticelle per il rilascio controllato dei farmaci progetto al quale lavoriamo da alcuni anni", ha detto Alfonso Barbarisi, della seconda Università di Napoli, "e quello di "lab on chip", i biosensori di dimensioni nanometriche che inseriti sotto la cute possono fare diagnosi captando molecole "sospette"".
Già in fase di sperimentazione clinica, invece, "Altair" il robot antiemorragia tutto italiano testato su 14 pazienti. "Si tratta", ha spiegato Achille Lucio Gaspari (Tor Vergata, Roma), "di uno strumento con denti simili a tanti aghi. La corrente a radiofrequenza rilascia calore e chiude i vasi coagulando il sangue". "Altair" è indicato per tagli di organi delicati come il fegato, riccamente vascolarizzato.
E ancora: Nicola Scopinaro, l'Università di Genova, è ottimista sul diabete: "Ho praticato l'intervento di diversione bilio-pancreatica, utilizzato nel 20% dei grandi obesi, su 14 pazienti diabetici con obesità moderata. Per ora nessuno di loro fa più uso di farmaci: ci prepariamo ad uno studio multicentrico". Coinvolti Torino (Molinette) e Roma (Sapienza). Il bypass gastrico batterà il diabete? Molta la cautela.
Fonte: La Repubblica Salute, mariapaola salmi, novembre 2007