5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi č importante!
C.F. 98152160176

Diabete non diagnosticato in Usa: 28% per i Cdc, per la Johns Hopkins 11%

Almeno 29 milioni di persone negli Stati Uniti (circa il 9% della popolazione) attualmente è affetto da diabete. Ma circa 1 paziente su 4 non lo sa (il 28%). È quanto rivelano gli ultimi dati provenienti dai Centers for disease control and prevention (Cdc). Questi dati, basati su stime effettuate sulla popolazione residente negli Usa nel 2012, rappresentano un incremento di 3 milioni di individui rispetto al 2010. «Si tratta di cifre allarmanti, che sottolineano la necessità di una maggiore attenzione alla riduzione del carico del diabete nel nostro Paese» ha commentato Ann Albright, direttore della Divisione diabete dei Cdc. La percentuale dei diabetici non diagnosticati riportata dai Cdc è però in conflitto con i dati pubblicati a inizio anno da Elizabeth Selvin, della Johns Hopkins Bloomberg school of public health, a Baltimora, nel Maryland. Secondo lo studio del gruppo della Selvin, la proporzione dei casi non diagnosticati nel 2010 si attesta solo all’11%. La spiegazione? Nel lavoro della Johns Hopkins tali casi erano valutati utilizzando come parametro una combinazione di glucosio a digiuno e HbA1c, mentre i Cdc si sono limitati a contare le persone che hanno soddisfatto solo uno dei due criteri (in entrambi i lavori per accertare il diabete diagnosticato si è fatto uso di self-report dei pazienti). «La conferma dei casi di diabete non diagnosticato con un secondo test è la via più coerente con le linee guida dell’American diabetes association (Ada)» sostiene Selvin. «La stragrande maggioranza degli studi epidemiologici usa una singola misurazione della glicemia per identificare i casi non diagnosticati. A causa dell’alta variabilità di una singola misurazione di glicemia a digiuno, la conferma di aumenti della glicemia con un secondo test può dare un quadro più preciso del diabete non diagnosticato nella popolazione». «L’approccio usato da Selvin produrrà un minor numero di falsi positivi, ma perderà anche molti pazienti che in realtà hanno il diabete» ha ribattuto Edward Gregg, epidemiologo dei Cdc. «Quindi, consideriamo la nostra definizione per calcolare il diabete non diagnosticato come più vicina alla definizione Ada». Tutti concordi, comunque, sulla necessità di agire per modificare la traiettoria complessiva di aumento del diabete, impossibile da sostenere per le famiglie e il servizio sanitario.
Centers for disease control and prevention. National diabetes statistics report, 2014.
Tratto da: Doctor33, Arturo Zenorini, 01 luglio 2014