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Arriva il robot badante per gli anziani malati

 

Un progetto Ue per la casa domotica sempre in contatto con il medico
Bruxelles - Un nuovo robot intelligente in grado di muoversi all'interno di un'abitazione domotica per migliorare la qualità della vita degli anziani e consentire loro di mantenere quanto più a lungo possibile la loro indipendenza. È questo lo scopo del progetto 'Ksera' ('Knowledge service robots for ageing') che dispone di un bilancio complessivo di 4 milioni di euro, di cui 2,9 messi a disposizione dal Settimo programma quadro (settimo PQ) dell'Unione europea. Il progetto, secondo quanto riportato dal notiziario Cordis, avrà durata triennale. 'Ksera' è coordinato dal dipartimento di Scienze ingegneristiche e dell'innovazione del Politecnico di Eindhoven (Paesi Bassi) e riunisce sette partner provenienti da 5 Paesi dell'Unione. Il gruppo di ricerca ritiene che il robot possa essere un 'amico’ che aiuterà le persone più anziane a prendere la decisione più assennata. Nella sua fase iniziale il progetto si occuperà di persone affette da broncopneumopatia cronica ostruttiva, una patologia che colpisce perlopiù gli anziani. Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) entro il 2030 la broncopneumopatia cronica ostruttiva sarà la terza causa di decesso a livello mondiale. Nel corso dei prossimi tre anni, i partner di Ksera appronteranno tre abitazioni dimostrative al fine di evidenziare quali sono le potenzialità di una casa domotica. Qui sarà sistemato anche un robot in grado di aiutare i pazienti affetti da questa patologia nella loro vita quotidiana. Il robot seguirà i pazienti negli spostamenti in casa, elaborerà consigli mirati, apprenderà le loro abitudini e, monitorandoli da vicino, informerà un medico sul loro stato di salute. "Vogliamo dimostrare le potenzialità di questo campo", ha affermato Lydia Meesters del Politecnico di Eindhoven, coordinatrice del progetto, "dovranno essere quanto più accoglienti possibile". Ed ha aggiunto: "In una situazione ideale l'unica tecnologia visibile dovrebbe essere il robot. Proprio questo costituirà il punto di contatto con tutti i sistemi domestici, ma l'abitazione di per sè avrà un aspetto molto familiare". Per raggiungere questo obiettivo Raymond Cuijpers del Politecnico di Eindhoven studierà la comunicazione uomo-robot per semplificare al massimo la reciproca comprensione. Per fare in modo che l'automa sia davvero utile è necessario che sia intelligente, in grado di capire i desideri del paziente e di anticiparne le necessità. Per questo particolare aspetto della ricerca il gruppo di ricerca lavorerà su un altro progetto dello stesso ateneo, il 'RoboEarth', che mira a costruire una memoria centrale per i robot che consenta loro di comunicare con altri robot e con gli esseri umani. Sarà prestata grande attenzione alle questioni etiche per decidere, ad esempio, che cosa deve fare il robot nel caso in cui il paziente accenda una sigaretta, e la quantità di informazioni che dovrà trasmettere al sistema centrale operativo. "Dobbiamo definire limiti chiari considerato che il robot monitorerà il paziente continuamente e avrà accesso a dati di natura estremamente privata", ha sottolineato Meesters. Tra i partner che lavoreranno al programma accanto al Politecnico di Eindhoven figurano il Central European Institute of Technology (Austria), il Politecnico di Vienna (Austria), l'Università di Amburgo (Germania), l'Istituto Superiore Mario Boella (Italia), la ICT company Consoft (Italia) e la Maccabi Healthcare Services (Israele).
Tratto da: AGI, 27 aprile 2010