5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi è importante!
C.F. 98152160176

Con la centralizzazione degli acquisti è a rischio la qualità dei dispositivi mediciI

 

La proposta di centralizzazione degli acquisti, specialmente per quanto riguarda i dispositivi medici, prevista dalla manovra correttiva della finanziaria 2010 per il controllo della spesa sanitaria, rischia di portare a una standardizzazione dell'offerta verso il basso, con un peggioramento di qualità e innovazione. È il monito dell'Associazione italiana di aritmologia e cardiostimolazione (Aiac), che sottolinea l'importanza dell'efficacia dei dispositivi medici, in particolar modo quelli a tecnologia più elevata, come nel caso della cardiologia interventistica. I dispositivi medici non sono beni di largo consumo - sottolinea l'associazione - ma prodotti innovativi dalle cui caratteristiche dipende la qualità delle prestazioni sanitarie. Esistono linee guida ufficiali per la definizione delle procedure di acquisto dei dispositivi medici ad alta tecnologia, che basterebbe mettere in pratica per coniugare sostenibilità, qualità e accesso. "È bene ricordare che i dispositivi cardiaci impiantabili sono sistemi salvavita che hanno allungato l'aspettativa e la qualità di vita di molti pazienti - dichiara Maria Grazia Bongiorni, presidente Aiac - Ogni paziente è diverso per caratteristiche e patologie concomitanti: la scelta del dispositivo da impiegare non può non tenerne conto". L'associazione fornisce anche un esempio di costi e investimenti legati al comparto dei dispositivi medici: un pacemaker, ad esempio, ha oggi una durata di oltre 10 anni, con un costo giornaliero di terapia che va da 25 centesimi a un euro in relazione alla tipologia e alle caratteristiche tecniche. In Italia, le patologie aritmiche colpiscono circa 600 mila persone l'anno e le alterazioni gravi del ritmo cardiaco riguardano 250 mila italiani, provocando la morte di circa 60 mila pazienti ogni anno. Secondo le linee guida, in Italia i pazienti a rischio di aritmie mortali con indicazione all'impianto di dispositivi cardiaci sarebbero ogni anno circa 350 mila. Nonostante ciò, nel 2009 sono stati solo 90 mila i pazienti impiantati. Si stima, inoltre, che per almeno la metà di questi sarebbe indicato un dispositivo con un più alto grado di innovazione tecnologica.
Tratto da: Sanità News, 01 giugno 2010