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Assistenza sanitaria, De Biasi: intollerabili disuguaglianze tra le Regioni

«Non possiamo più tollerare che una persona viva o muoia a seconda della regione in cui viene assistita», a sottolinearlo Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, a margine del Forum sulla sostenibilità del Ssn in corso a Firenze.

Presidente, è ormai sempre più evidente la distanza fra regioni virtuose e regioni canaglia. È accettabile questa situazione?

Assolutamente no, il sistema sanitario nazionale è composto da ben 21 sistemi differenti l'uno dall'altro. Bisogna che le regioni collaborino l'una con l'altra e che vi sia una relazione con lo Stato più forte. La riforma della Costituzione, nell'articolo 117, dice chiaramente che lo Stato e le regioni devono adottare disposizioni generali e comuni nel campo delle politiche sanitarie e sociali. Deve esserci la volontà politica oltre alla norma, ma questo competerà ovviamente alla politica e al suo sviluppo. Ci sono, comunque, tutte le premesse perché si possa finalmente tornare a lavorare insieme, integrando servizi sociali e sanitari, facendo spendere meno e meglio ai cittadini.

Quali sono i prossimi provvedimenti in cantiere in Commissione?

Dovremmo dare il parere, vincolante, sui Livelli Essenziali di Assistenza e avevano tentato di togliere nella scorsa finanziaria. Ma che noi abbiamo rimesso. Poi stiamo lavorando sulla Legge sulla responsabilità professionale, che dovrebbe essere varata entro un mese, e che è molto importante perché riduce la medicina difensiva e rende più sicure le cure. Poi stiamo lavorando su una riforma importante che è quella delle attività funerarie e poi su una prospettiva importantissima: la riforma della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Nuove regole, ottemperare alle sentenze della Corte, per mettere a posto una legge colabrodo molto crudele nei confronti degli uomini e delle donne, facendone finalmente una legge civile. Punto questo importantissimo perché rientra in quel lavoro sulla salute riproduttiva che io credo vada ben oltre la fertilità.

Cosa ci può dire sui tagli?

Intanto io mi auguro che il Fondo sanitario nazionale aumenti e che ci sia la possibilità di trovare, anche attraverso un aumento minimo del prezzo delle sigarette, un modo per finanziare i farmaci innovativi. Poi competerà alle regioni l'innovazione organizzativa e di personale che è assolutamente indispensabile per ridare uno slancio a tutto il Sistema.

Tratto da: Quotidiano Sanità, Rossella Gemma, 24 settembre 2016