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Delibera cronici, in Lombardia scoppia il caso gestori. Tensione all'Omceo di Milano

C'è tensione nell'Ordine dei Medici di Milano in merito alla delibera regionale sulle cronicità, che si approva oggi. Quattro consiglieri - il vicepresidente Giuseppe Bonfiglio, l'oncologo Alberto Scanni, Vincenzo Marino e Luigi Paglia odontoiatra - hanno pubblicamente criticato il presidente Roberto Carlo Rossi: le sue esternazioni sui media relative alla gestione dei malati cronici non sarebbero state discusse collegialmente dal Consiglio dell'Ordine. Hanno evocato una “militarizzazione” dell'Ordine a guida Snami. Il Presidente Rossi replica, parla di forzatura: «La questione gestori fu sollevata e discussa nel Consiglio del 15 febbraio scorso e fu deciso un ampio approfondimento in Commissione deontologica il 22 marzo cui, peraltro, erano stati invitati tutti i componenti del Consiglio dell'Ordine. Il tema è stato poi inserito nell'ordine del giorno del Consiglio del 28 marzo, ove a larga maggioranza ebbi mandato di esternare alla Regione in Commissione III le preoccupazioni dell'Ordine e di dare luogo a un pubblico confronto (che verrà organizzato a breve) sulla materia». Rossi non trova ragioni alla presa di posizione «se non nell'apertura di fatto della campagna elettorale per il rinnovo degli organi dell'Ordine, che si terrà entro fine anno». «Nessuno di noi pensa alle elezioni, e men che meno io, è un argomento che noi non usiamo e vorremmo non si usasse con noi, ma siamo un'istituzione e la legge ci dice di rispettare le forme», controreplica Bonfiglio. «Noi abbiamo chiesto che si votasse in consiglio la lettera una volta scritta. Invece quel consiglio (dove, tolti noi quattro, i consiglieri Snami sono 10 su 11) ha dato mandato in bianco a Rossi di fare la lettera e spedirla, senza un confronto sulle cose scritte».

La pietra dello scandalo è la delibera della Regione 6164 che affida l'assistenza di 1,3 milioni di pazienti con più cronicità a gestori, società pubbliche e private, anche coop di medici di famiglia; da quest'estate, avviato l'iter di accreditamento dei gestori, i pazienti dovranno scegliere a chi far realizzare il piano di cura firmato dal medico di famiglia, che comunque manterrebbe un ruolo, e da protagonista se in coop. L'assessore ha parlato di un compenso di 8 euro assistito anno per paziente gestito dal Mmg. Il tema divide i sindacati: Fimmg sta contrattando un ruolo più importante per i medici, lo Snami è critico e Bonfiglio rileva un conflitto d'interesse nelle posizioni di Rossi: «Un giorno ribadisce dei concetti da presidente Omceo, un altro giorno ribadisce gli stessi concetti come presidente Snami Lombardia. I temi sindacali devono stare fuori dall'Ordine, lo dice la legge». Ribatte Rossi: «Come sindacato potrei pure sostenere un quantum in più per i Mmg-gestori, ma il Codice Deontologico vieta qualsiasi accordo limitante la libertà di scelta del paziente. Inoltre, se il medico di assistenza primaria è in un gruppo/cooperativa-gestore, si potrebbe avere una concorrenza sleale verso colleghi che come gestori non si configurano. Limita la scelta del paziente anche un ospedale-gestore che prescrivendo cure ed erogandole al proprio interno o facendole erogare da soggetti con cui ha concluso un accordo, ove il paziente preferisca rivolgersi per un esame ad altra azienda, opponga resistenza perché rischia di non rispettare il budget. Temo crollerebbero pure le richieste di “second opinion”, e oltre al “dove curarsi” avremmo rischi di vulnus anche al “come”. In zone di campagna di confine tra province i pazienti fin qui seguiti in un ospedale potrebbero essere dirottati nella provincia frontaliera con disagi». Rossi ricorda che lo stesso presidente degli ordini lombardi Giovanni Belloni ha suggerito di rimandare la delibera. «Sottrae competenze ai medici convenzionati, non piace ai privati accreditati perché li indirizza verso prestazioni nuove da budgettizzare e corre il rischio di revisionare al basso le tariffe su prestazioni già offerte, né piace ai medici ospedalieri pubblici perché convoglia altre prestazioni in strutture Ssn già sotto organico dove si lavora allo spasimo», dice Rossi. Bonfiglio replica: «Non abbiamo detto che non ci siano criticità, e vanno discusse. Però vanno discusse nei consigli dell'ordine anche le lettere a valle della stesura. Già l'anno scorso l'esposto alla Procura per il commissariamento Enpam non fu dibattuto benché avessimo segnalato criticità da affrontare».

Su un punto Rossi e Bonfiglio risultano d'accordo: «Erroneo parlare di contrapposizioni tra medici del territorio e ospedalieri». Rossi: «Il consiglio dell'ordine tre anni fa è stato votato in maggioranza da medici ospedalieri e liberi professionisti. E per tutti i medici lavora».

Tratto da: Doctor33, 06 maggio 2017