5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi è importante!
C.F. 98152160176

Cronicità, Snami Lombardia verso ricorso contro delibere su gestori al posto di Mmg

I pazienti cronici non più gestiti dal medico di famiglia ma da strutture accreditate dalla Regione? Dovrebbe pensarci la legge, non le delibere regionali. Il Consiglio Snami Lombardia ha dato mandato all'Esecutivo regionale del sindacato di ricorrere al Tar contro le delibere X/6164 e X/6551 che riservano a strutture organizzate la presa in carico dei piani assistenziali. Le due Dgr violerebbero norme di rango superiore oltre a stravolgere la figura del mmg e il suo ruolo nella gestione “personalizzata e globale” del paziente cronico. Snami Lombardia ritiene i contenuti delle suddette delibere «lesivi della libertà di scelta del cittadino ed il primo passo verso l'eliminazione del Medico di Famiglia», e invita i medici lombardi a non aderire alle richieste delle ex Asl (ora ATS) che in questi giorni chiedono ai mmg di partecipare ai bandi sia come gestori (in cooperativa), sia come co-gestori, individualmente.

Le due delibere prendono spunto dalla delibera 5513 di agosto 2016 che rimarca il ruolo delle nuove Aziende ospedaliere, ribattezzate Asst dalla riforma 2015, nella presa in carico omnicomprensiva dei pazienti cronici e in particolare i “frequent user” dei servizi specialistici. La delibera 6164 a inizio 2017 stringe però verso un altro tipo di soggetto, i “gestori”. Chi sono? La 6164 censisce i fragili lombardi stratificando i residenti in Lombardia in cinque livelli: i pazienti molto complessi da ospedalizzare a domicilio o altrove, di pertinenza ospedaliera, i polipatologici, i cronici monopatologici e quelli che il Ssn lo usano al bisogno o mai. Gli ultimi due livelli restano al medico di famiglia, il primo no, per i livelli intermedi che raggruppano 3,2 milioni di lombardi (1,3 prevalentemente anziani tra i polipatologici, 2 milioni scarsi tra i monopatologici) si ipotizza la presa in carico di esterni alla medicina generale, ma anche il medico di famiglia può essere gestore - si dice - a certe condizioni. Ad esempio in cooperativa. I requisiti del gestore li deve fissare la Regione; in questi giorni le ATS stilano l'elenco degli idonei tra chi si è candidato a maggio. A settembre, i pazienti saranno raggiunti da lettere da cui trarranno informazioni per scegliere il gestore di riferimento. Nella delibera 6551, si palesano meglio i team dei gestori e del reparto ospedaliero “classico” resta un po' poco.

Ogni gestore deve avere un case manager che segua i pazienti e le loro interazioni con i caregiver, un clinical manager medico che li segua dal punto di vista clinico; i medici di famiglia possono organizzarsi come gestori via coop o società di servizio, o possono - come co-gestori - condividere piani assistenziali individuali e patti di cura con i gestori; possono anche “estranearsi” e restare solo prescrittori di farmaci. I pazienti non sarebbero per ora obbligati ad aderire a un gestore. Se lo Snami - anche nazionale - è molto critico, l'altro sindacato, la Fimmg lombarda, ha ottenuto la chance per i MMG in coop di fare da gestori, evitando l'esclusione di una categoria che in parte per anni aveva sperimentato i “Drg” per i cronici, cioè i Chronic related groups. In un editoriale Guido Marinoni leader Fimmg Bergamo ricorda che compito di un sindacato è consentire ai medici di medicina generale di svolgere il loro ruolo all'interno dei nuovi sistemi tenendo presenti i valori fondanti della professione e il rapporto di fiducia. «Con la proposta delle cooperative di servizi, finalizzata a gestire gli aspetti organizzativi complessi della cronicità, si afferma che la MG, al di là delle diverse progettualità dei sistemi sanitari, svolge comunque un ruolo fondamentale in qualunque sistema di cure organizzate della cronicità». Ma il problema c'è, e «non è il metodo di gestione del paziente ma il fatto che ci si trovi e non solo in Lombardia di fronte allo smantellamento di un servizio fondato sulla fiscalità generale e sulla gestione pubblica delle risorse, per passare a un sistema di tipo mutualistico con un atto amministrativo come una delibera di giunta». Marinoni ricorda che gli erogatori, fino ad oggi governati con i tetti di spesa, disporranno di tutto il budget della cronicità e produrranno in proprio (o acquisteranno) le prestazioni sanitarie per conto degli assistiti: è l'attività tipica di una mutua». I soggetti economicamente più dotati potranno crescere di più. E i Mmg? Non moriranno, ma assumeranno il ruolo di fiduciari delle mutue. Magari «potranno offrire con le coop loro proposte probabilmente più etiche insieme alle Asst». Difficilmente queste ultime però reggeranno il passo di strutture private agili ed agguerrite.

Tratto da: Doctor33, 10 giugno 2017

Nota dei WM: È semplicemente ASSURDO !!! Il nostro DIRITTO alla salute è semplicemente calpestato, annientato, ignorato. Qui non si tratta solo di burocrazia ma di essere presi ostaggio di un qualcuno che decide per noi, per il nostro vivere, per la NOSTRA salute. Ci auguriamo che le cose cambino e ritornino al meglio, è una riforma sulla nostra pelle che non vogliamo sopportare.