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Bonora (Past President SID): “Differenze di prezzo incomprensibili. Serve prezzo unico, ma non dimentichiamo la qualità”

“Le disparità nelle varie regioni del costo dei dispositivi per il monitoraggio e la cura del diabete sono incomprensibili e difficilmente giustificabili da peculiarità locali. Da anni a titolo personale e poi come presidente della Società Italiana di Diabetologia - ci ha detto Enzo Bonora, ordinario di Endocrinologia, Università di Verona e Past President della Società Italiana di Diabetologia - mi sono espresso a favore di un prezzo unico nazionale e anche di dotazioni uniformi ai pazienti in tutto il Paese, eliminando spese in eccesso e difformità nell’accesso alle cure migliori”.

“A proposito di queste ultime, tuttavia, desidero sottolineare ancora una volta che esse sono ostacolate da certe gare in cui la qualità del prodotto è sacrificata sull’altare del prezzo. Nel caso dei dispositivi dell’area diabetologica - spiega Bonora - il continuo rinnovamento in meglio di quanto reso disponibile dal progresso tecnologico non dovrebbe essere reso inaccessibile da aggiudicazioni di gare per tempi prolungati. È un campo in cui in pochi mesi molto cambia. Inoltre, la personalizzazione della cura del diabete, che include a pieno titolo anche i dispositivi e quanto sta attualmente integrando i glucometri (applicazioni, archivi elettronici condivisi, ecc.) richiedono la disponibilità di moltissimi strumenti e quindi acquisizioni diverse dalla gara a lotto unico o con pochi lotti. I bisogni sono molti e non esiste al giorno d’oggi la possibilità di soddisfarli tutti con un paio di prodotti come si potrebbe fare con un pannolone o un catetere”.

“Può essere definito un prezzo valido per tutte le varietà di un prodotto (es. striscia reattiva o ago per iniezione) e metterle però ugualmente tutte a disposizione. Il prezzo può essere più basso se la distribuzione ai pazienti avviene per canali meno dispendiosi (es. consegna nei centri diabetologici o nei distretti sanitari). E quanto risparmiato dovrebbe essere reinvestito nell’area del diabete. In Italia abbiamo ancora pochi microinfusori e sensori per il glucosio, non c’è ancora un utilizzo su larga scala dei farmaci più innovativi e i centri diabetologici invece di essere potenziati stanno soffrendo in varie aree del Paese politiche di ridimensionamento del tutto incomprensibili, considerando l’epidemiologia del diabete e la complessità della cura. Una cura che richiede team specialistici. Quei team che hanno dimostrato di abbattere la mortalità nel diabete di quasi il 20%”, la conclusione di Bonora.

Tratto da: quotidiano Sanità, M.R.M., 01 ottobre 2018