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La chirurgia dell'obesitā fa bene anche alla salute dei reni

La chirurgia dell'obesità (bariatrica), oltre a consentire una marcata riduzione di peso, ha degli effetti benefici sulla funzionalità renale e sulla salute dei vasi, specie se il paziente che vi si sottopone è giovane e in buone condizioni di salute generale.

Lo dimostra uno studio condotto su 25 soggetti gravemente obesi sottoposti a bypass gastrico (un tipo di chirurgia bariatrica) e presentato a Berlino in occasione di EASD 2018, il convegno della European Association for the Study of Diabetes e in via di pubblicazione sulla rivista Obesity. Coordinato da Anna Solini dell'Università di Pisa e membro della Società Italiana di Diabetologia (SID), il lavoro dimostra anche che alcuni semplici esami (un'ecografia renale e delle carotidi) consentono di prevedere quali pazienti trarranno dall'intervento i maggior benefici sui reni e sui vasi.

L'obesità compromette la funzionalità renale indipendentemente da altre malattie che normalmente mettono a rischio la salute dei reni, come diabete ed ipertensione. In questo studio si è valutato l'impatto della chirurgia su salute di reni e vasi: si è visto che l'importante perdita di peso indotta dall'intervento aumenta il 'filtrato glomerulare', ovvero aumenta la capacità dei reni di filtrare il sangue.

 Migliorano anche alcuni parametri ecografici che negli ultimi anni si sono confermati validi indicatori di danno renale in molte malattie croniche e si riduce il grasso peri e pararenale, a sua volta spia di cattiva salute dei reni.

“Lo studio suggerisce - spiega Solini - che, laddove altre strategie di dimagrimento abbiano fallito e si ravveda la necessità di un intervento di chirurgia bariatrica, è conveniente praticarlo in soggetti relativamente in giovane età e buona salute, e non limitare questo approccio terapeutico ai pazienti più compromessi o con le gravi complicanze dell'obesità già in atto. Infatti è proprio nei soggetti più giovani che si ottengono i maggiori benefici anche per il rene”.

Tratto da: ANSA, Salute, 26 ottobre 2018