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Non č mai troppo presto per controllare la pressione

Valori elevati prima dei 40 anni aumentano il rischio di infarto e ictus

The sooner, the better. Prima è meglio è. L’invito ad anticipare i tempi arriva da due studi pubblicati sull’ultimo numero di Jama interamente dedicato all’ipertensione: curare la pressione alta prima dei 40 anni riduce il rischio di ictus, infarto e  malattie cardiache negli anni successivi.

Il primo studio ha coinvolto 4.800 giovani adulti, tra i 18 e i 30 anni di età, monitorati per 19 anni. I ricercatori hanno dimostrato che avere la pressione alta da giovani aumenta di 3,5 volte le probabilità di avere un ictus o una malattia cardiaca durante la mezza età.

Il secondo studio si è svolto nella Corea del Sud e si è basato sui dati di 2,5 milioni di giovani tra i 20 e i 29 anni seguiti per un decennio. Anche in questo caso è stata trovata un’associazione tra ipertensione in età giovanile e problemi cardiovascolari più in là negli anni.

I ricercatori hanno osservato un rischio più alto per gli uomini che per le donne. I maschi al si sotto dei quarant’anni con la pressione alta aumentano il rischio di ictus e malattie cardiache dell’85 per cento rispetto ai coetanei con valori della pressione nella norma. Per le femmine il rischio aumenta del 76 per cento.

Insomma, entrambe le ricerche invitano anche i giovani adulti a controllare regolarmente la pressione. E in caso di valori troppo elevati a correre ai ripari innanzitutto cambiando lo stile di vita, ovvero correggendo l’alimentazione e aumentando l’attività fisica.

«Abbiamo dimostrato che l’ipertensione anche a una giovane età può essere associata a un rischio più elevato di infarto e ictus - ha dichiarato a Reuters Health Sang Min Park del Seoul National University Hospital, principale autore dello studio coreano - Per questo i giovani adulti con ipertensione dovrebbero monitorare la pressione sanguigna per ricondurla alla norma attraverso cambiamenti nello stile di vita o con terapie farmacologiche».

Con quali valori bisogna cominciare a preoccuparsi? Le più recenti linee guida dell’American Heart Association e dell’American College of Cardiology rilasciate nel 2017 hanno abbassato le soglie massime della diastolica e sistolica. Si parla di pressione alta quando si ha una “massima” sopra i 130 mmHg e una “minima” sopra gli 80 mmHg.

Le nuove più prudenti raccomandazioni si sono basate su una serie di studi che hanno dimostrato l’impatto negativo sulla salute cardiovascolare di valori di pressione anche leggermente alti.

Prima dell’aggiornamento delle linee guida, la diagnosi di ipertensione avveniva con valori superiori a 140 su 90.

«Valori elevati di pressione in giovane età possono favorire un infarto attraverso vari meccanismi - ha spiegato a Reuters Health Ramachandran S. Vasan esperto di salute pubblica della Boston University e autore di un editoriale di accompagnamento ai due studi su Jama - Inoltre i valori possono aumentare ancora di più con il passare degli anni».

In genere i valori di pressione alta sono accompagnati da altri fattori di rischio come peso eccessivo, colesterolo alto, livelli elevati di glicemia e fumo che combinati insieme aumentano il rischio di infarto e ictus.

«Questi fattori possono provocare danni agli organi, tra cui il cuore e le arterie - ha detto Vasan - ispessendo le pareti delle arterie e accumulando placche di colesterolo nelle arterie che predispongono il terreno per futuri infarti e ictus».

Gli studi pubblicati su Jama invitano per la prima volta i cardiologi a preoccuparsi della pressione alta in pazienti al di sotto dei 40 anni.

Tratto da: Healthdesk, 17 novembre 2018