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Accesso all’insulina sempre più a rischio? Il futuro difficile di milioni di diabetici

Nel prossimo futuro il numero di diabetici è destinato a esplodere, anche e soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. E gli approvvigionamenti di insulina saranno sempre più complessi, se il costo dell’ormone non scenderà.

L’insulina è indicata come un farmaco necessario e salvavita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, perciò il suo costo dovrebbe essere tenuto basso e a tutti dovrebbe essere garantito l’accesso alla terapia. Non è sempre così, già adesso: uno studio ha appena rivelato che negli Stati Uniti un diabetico in cura con insulina su quattro non segue la terapia come dovrebbe perché non ha i soldi per comprare il farmaco. E in futuro potrebbe andare peggio, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo: stando a stime pubblicate su The Lancet Diabetes and Endocrinology la quantità di ormone necessaria a trattare tutti (tanti) diabetici del futuro aumenterà del 20 per cento rispetto a oggi e se i costi non caleranno i pazienti dei Paesi in via di sviluppo potrebbero non poterne acquistare a sufficienza.

Un problema di costi

L’insulina costa, e i prezzi non sembrano voler scendere. Così già oggi negli avanzatissimi States c’è una quota consistente di pazienti con diabete di tipo 2 e addirittura di tipo 1, per i quali l’ormone è un indispensabile salvavita, che usano meno insulina di quanta gliene è stata prescritta perché non possono permettersela: lo ha dimostrato un’indagine dell’università di Yale su JAMA Internal Medicine, che rivela come più di un terzo dei pazienti abbia problemi di questo genere ma non ne parli al medico, ma anche che uno su cinque ha effettivamente ridotto la terapia nell’arco dell’ultimo anno diminuendo la dose, saltando qualche iniezione o non acquistandola proprio. Con conseguenze ovviamente negative: il 43 per cento di chi ha ridotto l’utilizzo dell’ormone si è ritrovato con un peggior controllo glicemico, contro il 28 per cento di chi ha rispettato le indicazioni del medico. Tutto questo potrebbe accadere sempre più spesso in futuro perché la necessità di ormone è destinata a crescere inesorabilmente e con questa, purtroppo, la quota di chi non potrà permettersela.

Un’epidemia in crescita

Lo ha stimato Sanjai Basu dell’università di Stanford su The Lancet, calcolando quanto e dove aumenterà di più il fabbisogno di ormone: oggi i diabetici sono oltre 400 milioni in tutto il mondo, la metà dei quali concentrati in India, Cina e Stati Uniti, nel 2030 saliranno a oltre 510 milioni. «Le proiezioni ci dicono che per allora saranno 80 milioni i diabetici che avranno bisogno di insulina – dice Basu –. Circa metà di loro non potrà accedervi, e si tratterà della quasi totalità dei pazienti asiatici e africani». Per loro l’insulina costerà troppo, non potranno permettersela. «L’accessibilità a una terapia è la combinazione fra disponibilità e possibilità di pagarla: significa che oltre al prezzo conta anche la catena distributiva, che deve essere presente e in grado di garantire la consegna dell’ormone refrigerato, delle siringhe, degli aghi sterili», precisa Basu. Nei Paesi in via di sviluppo non è facile già oggi: in Bangladesh, Brasile, Malawi, Nepal, Pakistan e Sri Lanka già adesso c’è poca insulina, in Mozambico il 77 per cento resta nella capitale e non è a disposizione di chi abita nel resto del Paese. Per questo si teme che prima o poi in molti Paesi non ci sarà abbastanza insulina per chi ne avrà bisogno.

Il nodo dei costi

Viene però da chiedersi come mai un farmaco che ha ormai compiuto quasi cento anni (il primo paziente trattato risale al 1922) costi ancora così tanto, anche tenendo conto del fatto che i due scopritori, il fisiologi Frederick Banting e Charles Best dell’università di Toronto in Canada, offrirono il brevetto alla loro università in cambio di un solo dollaro. Un motivo è senza dubbio la complessità dell’ormone stesso: l’insulina è difficile da realizzare e “copiare” per ottenere un biosimilare. Tasse, margini di guadagno delle aziende produttrici e costi di distribuzione fanno il resto, così perfino negli Stati Uniti le spese a carico dei pazienti, perfino per quelli coperti dalle assicurazioni sanitarie, secondo la BBC sarebbero cresciute dell’89 per cento fra il 2000 e il 2010. «Per rendere meno buio il futuro che attende tanti malati diverse cose dovranno migliorare, dai prezzi dell’ormone alle infrastrutture di distribuzione nei Paesi dove i sistemi sanitari sono ancora fragili. Altrimenti, l’insulina non sarà alla portata di tutti i diabetici ancora per molto», conclude Basu.

Tratto da: Corriere della Sera Salute, Elena Meli, 09 dicembre 2018