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Tatuaggi. A volte possono provocare infiammazione agli occhi e riduzione della vista

Episodi ricorrenti di infiammazione della cute intorno ad un tatuaggio, accompagnati da infiammazione degli occhi e riduzione del visus in un soggetto per il resto in assoluta buona salute. Un rebus diagnostico risolto dalla biopsia cutanea e dall’acume dei medici curanti che hanno formulato la diagnosi di ‘uveite associata a tatuaggio’. Il caso è discusso su Jama di questa settimana.

Si allunga l’elenco dei problemi di salute causati dai tatuaggi. Jama di questa settimana riporta la storia di un 26enne che si era recato dal medico per vari episodi di obnubilamento della visione occorsi nell’ultimo anno. Non erano presenti dolori articolari, né rash cutanei, né altri elementi anamnestici di rilievo. Il ragazzo 5 anni prima si era fatto un tatuaggio sul braccio sinistro; 2 anni dopo, sul braccio destro.

In quell’occasione aveva notato un ‘rigonfiamento’ in corrispondenza del vecchio tatuaggio e, contemporaneamente, una riduzione del visus. In seguito si erano presentati una serie di episodi caratterizzati da arrossamento degli occhi e visione offuscata che stranamente si verificavano sempre quando compariva l’infiammazione della cute intorno ai tatuaggi.

Due mesi dopo l’inizio dei sintomi oculari, il paziente è stato sottoposto a iridotomia bilaterale (con laser) per le aderenze indotte dall’infiammazione tra l’iride e il cristallino.

La biopsia del tatuaggio ‘rigonfio’ ha rivelato la presenza di istiocitosi epiteliode con macrofagi contenenti grossolani granuli di pigmento nero. La diagnosi posta dai curanti è stata dunque di ‘uveite associata a tatuaggio’.

La terapia delle uveiti da tatuaggio

Rimuovere il tatuaggio, soprattutto quando interessa una vasta area cutanea non è un’opzione percorribile. Le alternative terapeutiche sono rappresentate dagli steroidi topici (sia iniezioni intraoculari short acting che impianti) e perioculari, dai cortisonici somministrati per via sistemica, o dalla somministrazione di farmaci alternativi agli steroidi, quali metotrexate, azatioprina o adalimubab. Prima di lanciarsi su una terapia immunosoppressiva è sempre fondamentale valutare ed escludere altre possibili cause di uveite, dalla tubercolosi, alla sifilide. Se presente elevata pressione oculare andrebbero somministrati colliri ad hoc. L’intervento chirurgico rappresenta l’ultima spiaggia, nel caso in cui la terapia antinfiammatoria non abbia prodotto i risultati sperati.

Una strana forma di infiammazione dell’occhio, causata da un tatuaggio

L’uveite da tatuaggio compare da 6 a 10 mesi dopo l’esecuzione del tatuaggio. I pazienti presentano panuveite o uveite anteriore ricorrente, in assenza di infiammazione cutanea prima dell’esecuzione del tatuaggio. L’interpretazione corrente di questo fenomeno è di una reazione di ipersensibilità ritardata all’inchiostro del tatuaggio. Sulla cute si formano dei granulomi contenenti il pigmento del tatuaggio e si può scatenare una risposta immunitaria ai metalli pesanti presenti nell’inchiostro del tatuaggio.

Nei soggetti con uveite da tatuaggio è probabile che l’attivazione dei linfociti T dia inizio alla formazione del granuloma cutaneo, che si accompagna ad una risposta infiammatoria a livello dell’occhio. Peraltro, è stato osservato in studi animali, che il pigmento può diffondersi in maniera sistemica, essendo stato ritrovato nei linfonodi e anche nel fegato. L’accumulo di pigmento nell’uvea può provocare infiammazione oculare recidivante. L’uveite da tatuaggio non sembra essere facilitata da una predisposizione genetica.

Tratto da: Quotidiano Sanità, Maria Rita Montebelli, 10 febbraio 2019