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Diabete di tipo 2, rischio polineuropatia diabetica se riduzione colesterolo troppo aggressiva

Gli adulti con diabete di tipo 2 possono essere più suscettibili al deterioramento della funzione nervosa e alle lesioni ai nervi quando si riducono i loro livelli di colesterolo sierico, indipendentemente dal fatto che abbiano una polineuropatia diabetica, secondo i risultati pubblicati sulla rivista JAMA Network Open.

La polineuropatia diabetica (DPN) è una delle complicanze più gravi del diabete, che colpisce circa 200 milioni di pazienti in tutto il mondo. La sua prevalenza è in crescita e comporta un'elevata morbilità e un aumento dei costi sanitari. Anche se i processi metabolici alla base della DPN non sono ancora ben noti, gli studi clinici hanno identificato diversi fattori di rischio per il suo sviluppo, tra cui obesità, ipertensione, iperglicemia, dislipidemia e diminuzione della funzione renale.

Uno studio recente ha rilevato un’associazione tra la riduzione dei livelli sierici di colesterolo HDL e un aumento delle lesioni lipidiche equivalenti del nervo sciatico e della gravità dei sintomi clinici, tuttavia «non è stato ancora determinato se l'abbassamento dei livelli sierici di colesterolo nei pazienti con diabete di tipo 2 abbia un'influenza positiva sul decorso della polineuropatia diabetica», hanno scritto l’autore senior dello studio Felix Kurz, dell’Heidelberg University Hospital in Germania, e i colleghi.

«Per quanto riguarda le terapie emergenti, come gli inibitori della proteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9) che promuovono un abbassamento aggressivo del colesterolo totale, è fondamentale capire se una diminuzione dei livelli di colesterolo totale e LDL sia benefico o potenzialmente dannoso per i pazienti affetti da queste due condizioni».

Uno studio prospettico tedesco

«Il nostro scopo era studiare l'associazione del metabolismo del colesterolo in combinazione con altri potenziali fattori di rischio clinico e sierologico con lo sviluppo di alterazioni macro/microstrutturali del nervo sciatico nel diabete di tipo 2» hanno dichiarato gli autori.

Per effettuare uno studio prospettico di coorte, tra il 2015 e il 2018 sono stati reclutati 100 adulti con diabete di tipo 2 (età media, 64,6 anni, 32% donne, 36% con polineuropatia diabetica) dal dipartimento di endocrinologia dell'Ospedale Universitario di Heidelberg.

Tramite neurografia a risonanza magnetica sulla gamba destra sono state misurate le lesioni lipidiche equivalenti e l'area media della sezione trasversale del nervo sciatico. Sono state inoltre registrate le velocità di conduzione nervosa e il potenziale d'azione muscolare composto (CMAP), una tecnica di stimolazione ripetitiva in cui un nervo motore viene stimolato con elettrodi di superficie.

Lesioni nervose con bassi livelli ematici di colesterolo

Lo studio ha messo in evidenza che bassi livelli ematici di colesterolo totale e LDL erano associati a maggiori lesioni nervose lipidiche equivalenti e ridotta conduzione nervosa, oltre a una maggiore gravità dei sintomi clinici dei pazienti. «Nella nostra coorte, le lesioni lipidiche equivalenti si sono verificate indipendentemente da altri fattori di rischio come livelli elevati di HbA1c, esiti della funzione renale, età del paziente, indice di massa corporea o durata della malattia», hanno riportato i ricercatori.

Una possibile spiegazione delle associazioni potrebbe dipendere dal fatto che l'abbassamento dei livelli ematici di colesterolo pregiudichi la rigenerazione dei nervi periferici, perché il colesterolo non può essere prodotto negli assoni e quindi deve essere fornito tramite trasporto assonale oppure dall’esterno attraverso il colesterolo HDL e LDL, hanno spiegato.

«È stato infatti dimostrato -hanno aggiunto- che l'abbassamento dei livelli di colesterolo con statine è associato a una significativa diminuzione dei livelli di colesterolo disponibili per la rigenerazione assonale su queste due vie, con conseguente diversa composizione dei lipidi nella guaina mielinica e gonfiore dei nervi, attribuibile a un ispessimento reattivo della guaina mielinica paragonabile a quello osservato nei disturbi ereditari nel metabolismo del colesterolo».

«Sono risultati importanti per la comprensione dei meccanismi patogenetici alla base della polineuropatia diabetica, dato che gli effetti a lungo termine della dislipidemia osservati nell'uomo non possono essere riprodotti correttamente nei modelli animali per via delle differenze sostanziali nel metabolismo lipidico», hanno concluso. «Alla luce dei nuovi trattamenti per la dislipidemia nel diabete di tipo 2, come gli inibitori PCSK9 che promuovono un abbassamento più aggressivo dei livelli di colesterolo nel siero, i nostri risultati suggeriscono che gli studi clinici che coinvolgono pazienti con livelli molto bassi di colesterolo ematico dovrebbero prestare molta attenzione ai segni di danno neuropatico».

Bibliografia

Jende JME et al. Association of Serum Cholesterol Levels With Peripheral Nerve Damage in Patients With Type 2 Diabetes. JAMA Netw Open. 2019 May 3;2(5):e194798.

Tratto da: Pharmastar, Davide Cavaleri, 12 giugno 2019