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Attenzione ai sintomi: l’infarto può insorgere anche gradualmente

Un malessere che gradualmente diventa più intenso, sintomi inizialmente vaghi che piano piano diventano riconoscibili. Possono volerci anche otto ore prima di allarmarsi e chiamare soccorsi. Non sempre l’infarto arriva in maniera dirompente e in questi casi c’è il rischio di arrivare al pronto soccorso troppo tardi. È l’allarme lanciato da uno studio pubblicato sull’European Journal of Cardiovascular Nursing che ha messo a confronto i comportamenti di pazienti con un infarto in corso con sintomatologia acuta o graduale. I primi impiegano in media 2,6 ore per rivolgersi a un medico, i secondi fanno passare anche otto ore. Mentre i cardiologi raccomandano un ritardo massimo di due ore per accedere alle cure ed evitare il peggio.

I ricercatori hanno analizzato i dati sanitari di 474 pazienti giunti al pronto soccorso con i sintomi di una sindrome coronarica acuta in quattro regioni degli Stati Uniti. Ognuno di loro aveva compilato un questionario all’accettazione dove aveva indicato il momento della comparsa dei sintomi.

In media l’intervallo di tempo tra la comparsa dei sintomi e l’arrivo in ospedale era di circa 4 ore. L’infarto si è manifestato in maniera violenta nel 56 per cento dei pazienti e in modo graduale nel 44 per cento. Sia le donne che gli uomini in preda a un attacco acuto hanno cercato soccorso più rapidamente.

«In circa metà dei pazienti l’infarto è insorto lentamente, quindi il fenomeno non è raro. I sintomi della sindrome coronarica acuta non sono specifici e interpretarli non è sempre facile per i pazienti. Il dolore o un malessere al petto sono segnali di allarme che possono indicare che un’arteria si può essere bloccata. I pazienti dovrebbero chiamare un’ambulanza immediatamente», ha detto Sahereh Mirzaei dell’Università dell’Illinois a Chicago.

Nella maggior parte degli uomini (54%) con insorgenza improvvisa dell’infarto, i sintomi sono stati scatenati da uno sforzo fisico, come salire le scale, correre, spalare la neve ecc…

I cardiologi mettono in guardia le persone a rischio: chi soffre di ipertensione, diabete, colesterolo alto e avverte un dolore al petto dopo uno sforzo potrebbe avere un infarto in corso.

Dall’analisi degli accessi al pronto soccorso è emerso che solo il 45 per cento dei pazienti ha chiamato un’ambulanza, mentre il 52 per cento si è recato in ospedale con un mezzo proprio e il  3 per cento è stato traferito da un altro ospedale. Chiamare l’ambulanza si è rilevato il sistema più efficace, quello che accorcia i tempi tra la comparsa dei sintomi e le prime cure. 

«Il dolore al petto o il malessere, sia che sia acuto e improvviso, sia che sia leggero e graduale non deve essere ignorato. I sintomi possono includere anche mal di gola, dolore al collo, allo stomaco, alla schiena, alle spalle e  possono essere accompagnati da nausea, sudori freddi, debolezza e fiato corto. Bisogna chiamare un’ambulanza immediatamente, prima si viene aiutati, migliore sarà la prognosi», dice Mirzaei.

Tratto da: Healthdesk, 18 settembre 2019