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Dolcificanti nelle merendine. Ci si può fidare?

Saccarina, aspartame, acesulfame, sucralosio, neotame. Gli edulcoranti promettono di liberare dal senso di colpa gli amanti dei dolci: ci si può togliere qualche sfizio in più senza temere di ingrassare. Ma è veramente così? Trovare una risposta alla domanda diventa ancora più urgente nel caso dei bambini. Secondo l’American Academy of Pediatrics gli effetti dei dolcificanti sulla salute dei più piccoli, a partire dalle conseguenze sulla bilancia, non sono ancora stati approfonditi a dovere.

Eppure i sostituti dello zucchero sono sempre più presenti nei cibi confezionati destinati a consumatori giovanissimi. Si stima che negli Stati Uniti almeno un bambino su quattro consumi merendine addolcite artificialmente. Sarebbe importante conoscere l’impatto di questi integratori sul peso, sui gusti, sul rischio di diabete e sulla salute in generale dei bambini. Ma per condurre indagini affidabili si dovrebbero avere dati certi da cui partire. Tanto per cominciare, dicono i pediatri americani, bisognerebbe obbligare le aziende a indicare nelle etichette alimentari la quantità esatta di dolcificante presente nella confezione.

«Al momento è difficile sapere quanto dolcificante è presente in un prodotto poiché i produttori non sono tenuti a specificarlo. Indicare la quantità di edulcorante contenuto in un prodotto aiuterebbe le famiglie e i ricercatori a capire quanto ne viene effettivamente consumato dai singoli individui e a livello di popolazione per poterne valutare poi gli effetti sulla salute», ha dichiarato Carissa Baker-Smith, tra gli autori della dichiarazione  dell’Aap.

Questa è la prima di una serie di raccomandazioni contenute nel documento “The Use of Nonnutritive Sweeteners in Children 2019” appena pubblicato dalla American Academy of Pediatrics su Pediatrics.

«Guardando all’evidenza, abbiamo constatato che c’è ancora molto da imparare sull’impatto dei dolcificanti sulla salute dei bambini. Sono necessarie ulteriori ricerche sull’uso dei dolcificanti e sul rischio di obesità e diabete di tipo 2, specialmente nei bambini. Considerando quanti bambini consumano regolarmente questi prodotti, che sono diventati onnipresenti, dovremmo comprendere meglio i loro effetti a lungo termine sulla salute dei bambini», prosegue Baker-Smith.

I dolcificanti artificiali vengono usati da più di 60 anni. Il loro compito è quello di mimare il sapore del saccarosio (lo zucchero da tavola) senza aggiungere calorie ai cibi. All’inizio si temeva potessero avere effetti cancerogeni, ma le ricerche successive hanno ottenuto risultati rassicuranti. Ora l’attenzione degli scienziati è rivolta altrove: gli edulcoranti aiutano a non ingrassare?

La maggior parte degli studi condotti finora dimostrano che effettivamente i sostituti dello zucchero favoriscono una leggera perdita di peso nei bambini. Si tratta però per lo più di studi a breve termine. Non sono del tutto assenti ricerche che giungono a risultati opposti, individuando un’associazione tra il consumo di dolcificanti e l’aumento del peso. Infine, alcuni scienziati hanno osservato un legame tra l’uso dei dolcificanti e cambiamenti nell’appetito e nei gusti dei bambini, nonché modifiche nel microbioma intestinale che possono portare a un aumento dei livelli di glicemia nel sangue, alla sindrome metabolica, all’insulino-resistenza e all’aumento di peso.

I pediatri americani mettono in luce le carenze delle conoscenze di mamma e papà. Secondo uno degli studi citati nel documento dell’Aap, solamente il 23 per cento dei genitori riesce a individuare correttamente i cibi che contengono dolcificanti. Il 53 per cento dei genitori ha dichiarato di venire attratto dal messaggio “con ridotto contenuto di zucchero” presente sulle confezioni e di acquistare i prodotti dietetici senza domandarsi da dove provenga il sapore dolce degli alimenti.

Tratto: Healthdesk, 01 novembre 2019