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Brescia, in aumento l’obesità

In Poliambulanza +157% di casi

Gli studiosi: Covid in forma più grave per i pazienti con gravi problemi di peso

Lockdown: abitudini alimentari stravolte e attività fisica pressoché inesistente. Attacchi di fame compulsiva, diete sbilanciate. Lo stress da restrizioni anticovid ha portato anche queste conseguenze, creando o aggravando problemi di sovrappeso e obesità. Nel primo quadrimestre del 2021 la Poliambulanza ha registrato un incremento del 157%, rispetto allo stesso periodo del 2019, delle visite ambulatoriali richieste da pazienti alle prese con problemi con la bilancia. Un dato che risulta ancor più preoccupante guardando alla relazione tra obesità e Covid messa in evidenza anche dallo studio condotto, tra gli altri, dal responsabile dell’Unità di allergologia, Immunologia e Malattie Respiratorie di Fondazione Poliambulanza, Carlo Lombardi. La ricerca, pubblicata sulla rivista specializzata americana Mayo Clinic, ha coinvolto, tra il primo marzo e il 20 aprile dello scorso anno, 338 pazienti della provincia di Bergamo con polmonite da Covid, stratificati in base all’indice di massa corporea (normopeso, sovrappeso, obesi), osservando che i pazienti in sovrappeso e obesi avevano un decorso della malattia più severo e un maggiore rischio di ospedalizzazione e di morte. La conferma che l’obesità non è solo un problema estetico.

«Si tratta di una vera e propria patologia – spiega Francesco Greco, responsabile dell’Unità Chirurgica Cura dell’Obesità e Malattie Metaboliche – che predispone a tutta una serie di gravi malattie, da quelle oncologiche a quelle neurodegenerative, al diabete, fino alla depressione». Rischi da non sottovalutare. Ma a tutto c’è rimedio, anche quando regime dietetico controllato e attività fisica non sono sufficienti. «In Poliambulanza è possibile avere accesso a differenti metodiche, “confezionando” un percorso individuale in base alle esigenze personali del singolo paziente, sotto la guida di un team interdisciplinare di esperti», spiega Mohammad Abu Hilal, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale e Responsabile dell’Unità Epatobiliopancreatica, Robotica e Mininvasiva. Possono essere prescritti i nuovi farmaci, gli analoghi del GLP-1, l’ormone antifame normalmente prodotto dal nostro organismo. Oppure si può poi ricorrere alla chirurgia bariatrica. «Tra le operazioni più richieste e di maggiore successo si individua in minibypass gastrico – spiega ancora Greco – un intervento realizzato con tecniche mininvasive che prevede, di norma, 36 ore di permanenza in ospedale». La chirurgia bariatrica, o metabolica, è indicata anche per controllare i livelli glicemici (e prevenire danni d’organo) in pazienti con gradi di obesità inferiori, afflitti da diabete mellito, dislipidemia, ipercolesterolemia difficilmente controllati con la terapia medica.

Tratto da: Corriere della Sera Brescia, Lilina Golia, 22 maggio 2021