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Cornea e retina: a cosa serve la tomografia a coerenza ottica

La salute dell’occhio è fondamentale per una vita piena e soddisfacente, a ogni età. L’occhio funziona come una telecamera e due sue componenti, la cornea – la più importante lente oculare – e la retina – il tessuto cerebrale di percezione e prima elaborazione delle immagini – sono particolarmente importanti. Preservare correttamente la salute di cornea e retina, quindi, è un passo fondamentale per garantire il benessere della persona.

Un esame diagnostico è divenuto fondamentale negli ultimi dieci anni per conoscere e mantenere in salute cornea e retina: la Tomografia a Coerenza Ottica (OCT).

Ne abbiamo parlato con il dottor Fabrizio Camesasca, oculista presso Humanitas Centro Oculistico Rozzano e Responsabile dell’Oculistica Humanitas Medical Care.

Cos’è l’OCT?

La Tomografia a Coerenza Ottica (OCT) è un esame diagnostico non invasivo, ben tollerato, basato sulla luce laser, il quale permette di creare delle sezioni virtuali, e quindi di studiarne l’anatomia nel dettaglio micrometrico, di importanti strutture dell’occhio. In particolare è utile per la valutazione di retina, cornea e nervo ottico.

A che cosa serve l’OCT?

Un esame altamente affidabile, sicuro e estremamente preciso, la Tomografia a Coerenza Ottica è diventato strumento quotidiano e indispensabile per ottenere delle scansioni – cioè delle immagini in sezione – corneali e retiniche. Queste consentono di analizzare nel dettaglio (forma, spessore e stato) gli strati della cornea, della retina e del nervo ottico. Questo approccio ha rivoluzionato la diagnosi e il monitoraggio nel tempo di molteplici malattie retiniche. L’OCT trova particolare applicazione nello studio delle malattie che coinvolgono la macula, ovvero la regione centrale della retina che consente la visione fine – lettura e il riconoscimento dei volti – e il nervo ottico, il “cavo elettrico” che porta le immagini dall’occhio al cervello. La digitalizzazione delle immagini consente all’OCT di studiare le variazioni di queste strutture nel tempo, costruendo delle mappe differenziali e dei grafici di andamento temporali dei valori di spessore dei tessuti.

Per quali patologie viene eseguito l’OCT?

L’OCT è un esame fondamentale per il riconoscimento di molte patologie che colpiscono la cornea, la retina e il nervo ottico, come ad esempio:

  • Il cheratocono, malattia genetica nella quale la cornea cambia spontaneamente di curvatura e si assottiglia, con peggioramento progressivo della sua funzione di lente del sistema occhio.
  • la membrana epiretinica (pucker maculare), ossia la presenza di un tessuto fibroso-cicatriziale sulla superficie  della macula. Tale cicatrice, contraendosi, determina la distorsione della macula con, di conseguenza, un’alterazione della visione. Specificamente, i pazienti riferiscono una distorsione delle immagini, in particolare delle linee rette, e/o la perdita della capacità di distinguere i dettagli di un oggetto. Una visione sfocata e distorta, che genera progressiva difficoltà nella lettura e nella visione in distanza.  Nelle fasi iniziali il pucker spesso è asintomatico, e col passare del tempo i disturbi possono mantenersi stabili o gradualmente peggiorare.  Una volta diagnosticata è quindi importante tenere la membrana epiretinica sotto controllo con visite oculistiche e OCT eseguiti a intervalli regolari. La digitalizzazione dell’OCT consente di creare mappe differenziali che rilevano immediatamente se la malattia progredisce o è stabile. Nel caso in cui i sintomi si aggravassero peggiorando la qualità della vita, il medico oculista può intervenire e rimuovere chirurgicamente la membrana.
  • la retinopatia diabetica. Il diabete è essenzialmente una malattia che altera i vasi, quindi gli organi riccamente vascolarizzati, come l’occhio e il rene, sono più pesantemente colpiti. La retinopatia diabetica è tra le più frequenti malattie in grado di causare importante perdita della vista nei paesi occidentali. Il danno alle pareti dei piccoli vasi sanguigni retinici porta alla perdita della loro capacità di trattenere i fluidi, con conseguente stravaso di liquidi, proteine e grassi nel tessuto della retina. Il rigonfiamento e ispessimento della macula, l’edema maculare diabetico, riduce la vista in maniera grave. L’OCT consente una diagnostica precoce e una dettagliata valutazione nel tempo della risposta alle terapie.
  • la degenerazione maculare legata all’età (DMLE), ovvero il deterioramento della macula che si osserva in alcuni pazienti a causa del naturale processo di invecchiamento, riguarda tutti i soggetti di età superiore ai sessant’anni. Questa malattia può presentarsi in forma lieve, senza influenzare la visione, oppure in forme molto gravi, con conseguente perdita di visione centrale in uno o entrambi gli occhi. La DMLE può presentarsi con caratteristiche di  atrofia (forma “secca”), caratterizzata dalla scomparsa del tessuto visivo e dall’accumulo intraretinico di piccoli depositi, chiamati drusen, con  scompaginamento e assottigliamento degli strati retinici. Tutto ciò causa una progressiva e non reversibile  riduzione della funzione visiva, usualmente nell’arco di molti anni. Il paziente percepisce una zona centrale nel campo visivo in cui la visione non è possibile. In alternativa, la DMLE può essere essudativa (forma “umida”), caratterizzata dall’insorgenza, in corrispondenza della macula, di reticoli di nuovi e anomali vasi sanguigni, più fragili di quelli normali, che portano uno stravaso di fluidi o a vere e proprie emorragie all’interno della retina con conseguente danno al suo tessuto. La forma secca può progredire in quella umida, più aggressiva e rapida in termini di perdita progressiva della visione centrale.

Perché è importante la collaborazione tra ortottista e oculista?

L’incredibile potenziale diagnostico dell’OCT ne ha espanso le applicazioni in oculistica, con conseguente aumento del numero di esami effettuati. La collaborazione tra tecnico Ortottista e Medico Oculista permette di sfruttare al meglio le possibilità offerte dall’OCT. L’Ortottista si occupa dell’esecuzione dell’esame e della selezione delle immagini più adeguate alla comprensione della malattia del paziente, mentre l’Oculista valuta le immagini e procede alla refertazione. Negli Humanitas Medical Care dotati di OCT, come in quello sito in via Domodossola a Milano, la presenza delle due figure cliniche è sempre contemporanea. La consegna del referto è quindi sempre contestuale alla sua esecuzione, e il Medico Oculista, se necessario, può visitare immediatamente il paziente per meglio comprendere il quadro fornito dall’OCT, e rispondere a eventuali domande e dubbi.

Tratto da: Humanitas Salute, 22 maggio 2021