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Trapianto d'organo da donatore animale: fiction o realtā?

Trapiantato il primo rene transgenico da animale a uomo. L'individuo, già deceduto cerebralmente, non ha subito il fenomeno del rigetto e l'organo ha continuato a funzionare.

Deciso passo avanti nel campo dei trapianti d'organo. Un rene transgenico proveniente dal maiale, realizzato per ridurre il rischio di rigetto, è stato trapiantato con successo in un uomo dichiarato in morte cerebrale presso il NYU Grossman School of Medicine. L'organo, una volta posto nel ricevente, ha continuato a funzionare regolarmente. Un risultato storico che potrebbe cambiare definitivamente la storia dei trapianti.

I TRAPIANTI NELLA STORIA

Anche se l’idea di sostituire parti del corpo risale al III secolo d.C. con i Santi Cosma e Damiano, la vera svolta la si è avuta a metà degli anni ’50 con il primo trapianto di rene. Un successo possibile grazie a decenni di studi iniziati nei primi del 1900 –con le tecniche di sutura messe a punto da Alexis Carrel- e proseguiti nel dopoguerra studiando in maniera approfondita i problemi legati alla compatibilità.

L'ESIGENZA DI ORGANI DISPONIBILI

Uno dei principali limiti nel campo dei trapianti -oltre al non trascurabile problema del rigetto se l'individuo ricevente non è "immunologicamente" simile al donatore- è la disponibilità degli organi. Negli anni infatti, complici le tecniche di rianimazione sempre più sofisticate e la riduzione -causa cinture di sicurezza- dei decessi per eventi traumatici, la scarsità di organi ha spinto gli scienziati ad utilizzare sempre più spesso organi da donatori in là con gli anni.

Organi "anziani" che non per questo risultano essere meno efficienti. Negli ultimi anni infatti sono diverse le tecniche messe a punto per valutare l’effettivo funzionamento ancor prima del trapianto. Una sorta di "revisione" -in gergo tecnico si chiama "ricondizionamento"- che sta permettendo di ampliare notevolmente gli organi a disposizione.

IL RIGETTO NEGLI XENOTRAPIANTI

Ma per ovviare alla disponibilità di organi la ricerca ha sempre guardato agli animali come possibile nuovo serbatoio da cui attingere. In particolare lo sta facendo per il rene, dove la domanda rimane altissima e dove l’eventuale fallimento può essere comunque gestito ponendo il paziente nuovamente in dialisi. Il problema principale però degli xenotrapianti -così si chiama il passaggio di un organo da una specie ad un'altra- è dovuto essenzialmente al rigetto iperacuto, quello che si verifica pochi minuti dopo il trapianto. Ciò si verifica perché tra due specie differenti, anche se l’anatomia dell’organo risulta simile, le differenze genetiche sono tali da indurre un rigetto immediato causato da anticorpi preformati.

CRISPR PER RIDURRE IL RISCHIO RIGETTO

Un rischio, quello del rigetto, che potrebbe non essere più un problema andando a "cancellare" le differenze genetiche tra donatore e ricevente. Grazie all’avvento di tecniche come la CRISPR, capaci di modificare selettivamente precise porzioni di DNA, oggi è possibile creare organi transgenici in cui vengono eliminati quei geni responsabili della mancata compatibilità e aggiunti altri che li "umanizzano". Ed è quello che è stato fatto con il rene del maiale da poco trapiantato nel corpo di un uomo. Stando alle prime indiscrezioni il trapianto è riuscito e l'organo ha continuato a svolgere la sua funzione. Il primo passo verso gli xenotrapianti da animale a uomo.

Tratto da: fondazioneveronesi.it, Daniele Banfi, 27 ottobre 2021