Dieta mediterranea e minore mortalitā, uno studio ha trovato l'associazione. Ecco i risultati
In un recente studio condotto su persone di almeno 65 anni, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea al basale è stata associata a un rischio di mortalità più basso. I risultati della ricerca, in cui per valutare l'aderenza alla dieta è stato sviluppato un particolare punteggio che teneva conto di biomarcatori nutrizionali, sono stati pubblicati su BCM Medicine.
In particolare, i ricercatori hanno analizzato 642 persone, di cui il 56% donne, partecipanti allo studio di coorte InCHIANTI, svolto in Toscana, che sono state seguite per più di 20 anni. Sono stati quindi scelti i livelli basali di alcuni biomarcatori nutrizionali, opportunamente selezionati dalla letteratura. Tali biomarcatori erano: polifenoli urinari totali e metaboliti del resveratrolo, carotenoidi del plasma, selenio, vitamina B12, acidi linolenico, eicosapentaenoico e docosaesaenoico e il rapporto acidi grassi monoinsaturi/saturi. «Abbiamo sviluppato un punteggio di biomarcatori dietetici a-posteriori basato su gruppi di alimenti della dieta mediterranea e ne abbiamo valutato l'associazione con la mortalità» spiegano i ricercatori. «Ebbene, durante il follow-up si sono verificati 435 decessi tra i partecipanti, di cui 139 per malattie cardiovascolari e 89 per cause collegate a un cancro». In un modello aggiustato, il punteggio sviluppato dai ricercatori è risultato inversamente associato alla mortalità per tutte le cause. Questo valeva anche per la mortalità cardiovascolare, ma non per quella legata al cancro.
Invece, quando la dieta mediterranea è stata valutata tramite un questionario sulle frequenze degli alimenti, le associazioni con la mortalità non erano statisticamente significative. Per gli autori la relazione dose-risposta lineare tra i biomarcatori alimentari e la mortalità ne supporta un suo uso nelle valutazioni con lungo follow-up per monitorare i potenziali benefici per la salute che sono associati alla dieta mediterranea. «Infine, vorremmo mettere in risalto l'uso di biomarcatori alimentari per migliorare la valutazione nutrizionale e per guidare la consulenza alimentare personalizzata per le persone anziane» concludono.
BCM Medicine 2021. Doi: 10.1186/s12916-021-02154-7
https://doi.org/10.1186/s12916-021-02154-7
Tratto da: Doctor33, 13 febbraio 2022