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Malattie cardiovascolari: oltre il 40% degli italiani sottovaluta il rischio di colesterolo alto

Gli italiani sottovalutano i rischi del colesterolo. È quanto emerge dall’indagine SWG per Sanofi presentata oggi a Milano in occasione dell’incontro “La prevenzione che sta a cuore. Malattie cardiovascolari e colesterolo nei pazienti ad alto rischio: agire prima, in modo intensivo e efficace, per ridurre la mortalità”. Oltre il 40 per cento degli intervistati sottovaluta i rischi legati ad alti livelli di colesterolo, mentre circa 1 su 3 ritiene che il rischio di mortalità legato all’ipercolesterolemia debba preoccupare solo chi ha problemi cardiaci pregressi. E ancora, meno di 1 su 2 (il 43% del campione) sa che è il colesterolo LDL ad essere dannoso per la nostra salute. La ricerca, condotta su un campione di oltre 1.200 soggetti di età compresa tra i 45 e i 74 anni, ha analizzato la conoscenza delle malattie cardiovascolari e la percezione delle conseguenze dell’ipercolesterolemia per offrire spunti di riflessione e stimoli concreti a pochi giorni dalla Giornata Mondiale del Cuore (29 settembre).

L’importanza della prevenzione è invece ben chiara agli intervistati. Per il 92 per cento dei partecipanti i problemi cardiocircolatori possono essere evitati proprio grazie alla prevenzione. Tra il dire il fare c’è però di mezzo il mare: solo per il 17 per cento del campione, infatti, è opportuno eseguire periodicamente visite di controllo, mentre solamente il 31 per cento si è sottoposto ad una valutazione del rischio cardiovascolare negli ultimi 12 mesi.

«Il tema della prevenzione è di grande importanza per tutti noi, ma diventa cruciale quando si parla di paziente ad alto rischio cardiovascolare: chi è stato colpito da un evento cardiovascolare, infatti, corre un rischio elevato di andare incontro ad un nuovo infarto o Ictus negli anni successivi. Eventi che potrebbero essere sensibilmente ridotti - come ricordano le recenti linee guida della Società Europea di Cardiologia - se venissero sempre più implementate le strategie di prevenzione secondaria. Proprio nella direzione di un trattamento precoce e rapido va l’abbassamento delle soglie di colesterolo LDL per l’accesso ai nuovi farmaci anti-colesterolo PCSK9, recentemente pubblicate in GU da AIFA. Evidenze scientifiche dimostrano come il colesterolo LDL sia causa delle patologie cardiovascolari, non un fattore di rischio, e come la sua riduzione - pertanto - rappresenti uno degli obiettivi principali per limitare eventi cardiovascolari quali l'infarto miocardico e contrastare la mortalità. Infatti, le linee guida della Società Europea di Cardiologia suggeriscono in prevenzione secondaria livelli di colesterolo LDL inferiori a 55 mg/dl e, in alcuni pazienti particolarmente a rischio, livelli di LDL-C ancora più bassi e inferiori a 40 mg/dl. Questi obiettivi così ambiziosi possono essere oggi raggiunti grazie agli inibitori della proteina PCSK9, capaci di ridurre del 60% il livello di colesterolo LDL, dimostrando un chiaro beneficio clinico nei pazienti con elevato rischio cardiovascolare. Un cambio di rotta, quello avviato per la prima volta in Italia rispetto ad altri Paesi europei, per la prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari», spiega Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC).

Tratto da: Healthdesk, 28 settembre 2022