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Limone Apoproteina, il farmaco attende ancora

 

LIMONE - Che fine ha fatto la proteina «salva cuore» di Limone? A che punto sono gli studi e le sperimentazioni sull'Apo A1 Milano, identificata trent'anni fa dall'équipe del prof. Cesare Sirtori, farmacologo clinico dell'Università di Milano?
Sono in molti a chiederselo nel paese altogardesano. Compresa l'Amministrazione comunale che, per fare il punto sulle ricerche in atto, sta organizzando per il 2011 un nuovo convegno internazionale di studi. Sarà l'occasione per capire se un giorno, avvalendosi dell'anomalia genetica riscontrata in parte della popolazione limonese, sarà possibile sintetizzare un farmaco contro le principali patologie cardiovascolari.
Al momento sembra che la molecola artificiale prodotta con la proteina spazza-arterie, di proprietà del maggior colosso farmaceutico mondiale, la Pfizer, sia ferma al palo, dopo gli studi iniziali, per valutazioni di marketing. Gli interessi in gioco, del resto, sono enormi ed è facile intuire come l'eventuale immissione sul mercato di un farmaco particolarmente efficace, forse addirittura rivoluzionario, contro l'eccesso di colesterolo e le patologie connesse dipenda in primo luogo da valutazioni di ordine economico e finanziario (per i farmaci anticolesterolo oggi più utilizzati, le statine, si spendono solo in Italia circa 400 milioni all'anno).
Nel frattempo, come avviene periodicamente da anni, nei mesi scorsi sono stati effettuati nell'ambulatorio medico comunale di via Capitelli a Limone i prelievi del sangue ai bambini nati dopo i controlli del 2004. Le analisi hanno appurato l'esistenza di tre nuovi portatori della A1. Tre nuovi rami, dunque, germogliati sull'albero genealogico dei limonesi, una quarantina in tutto, con questa particolarità genetica. Sono probabilmente gli ultimi discendenti di quel Giovanni Pomaroli, nato nella seconda metà del Settecento, nel cui Dna, ipotizzano i ricercatori, ha avuto origine la mutazione genetica che protegge dalle insidie del colesterolo. Una mutazione inutile per chi, come il Pomaroli, avrà vissuto del magro vitto di due secoli fa, ma che forse potrà trasformarsi in un toccasana per l'ipernutrita società d'oggi. Ne sapremo di più dopo il convegno in programma il prossimo anno.
Per ora a godere i vantaggi della A1 sono sempre i fortunati discendenti del Pomaroli, che si possono ingozzare di dolci senza rischi per le coronarie.
Tratto da: Giornale di Brescia, s. bott., 12 ottobre 2010