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Chirurgia bariatrica. Psiche a rischio per alcuni pazienti

È quanto emerso da uno studio australiano che ha preso in considerazione circa 25.000 pazienti. Chi soffre di disturbi psichici sarebbe infatti più vulnerabile e prima di procedere con l’intervento occorrerebbe accertarsi delle condizioni di salute mentale del paziente.

Dopo un intervento chirurgico per la perdita di peso, i pazienti hanno maggiori probabilità di rivolgersi a centri di salute mentale e di essere ricoverati per problemi psichiatrici. È quanto emerge da uno studio che ha preso in considerazione i dati relativi a quasi 25.000; la chirurgia bariatrica è  collegata a un rischio di tre volte maggiore di ricovero in pronto soccorso e a un triplo aumento del rischio di ricovero psichiatrico negli anni successivi all’intervento

“Il nostro studio è un avvertimento per la comunità bariatrica sulla necessità di prestare maggiore attenzione alla selezione, valutazione e follow-up dei pazienti bariatrici per quanto riguarda la loro salute mentale”, dice David Morgan, specialista di medicina d’urgenza al St. John of God Subiaco Hospital di Subiaco, in Australia, autore principale dello studio.

“I pazienti con precedenti storie di gravi malattie psichiatriche, autolesionismo o disturbi alimentari sono probabilmente a maggior rischio e dovrebbero avere un periodo di stabilità per quanto riguarda la salute mentale prima di essere presi in considerazione per la chirurgia bariatrica. Dovrebbero poi essere regolarmente seguiti dal team di salute mentale dopo l’intervento”, aggiunge Morgan.

Lo studio Morgan e colleghi hanno analizzato i record di 24.766 pazienti che hanno subito un intervento chirurgico per la perdita di peso in Australia occidentale tra il 2007 e il 2016.

I dati includevano le prestazioni erogate nell’ambito della salute mentale per una media di 10 anni prima dell’intervento e di 5 anni dopo, e provenivano dal Western Australian Department of Health Data Linkage Branch, che tiene traccia dei dati sanitari per l’intero stato dell’Australia occidentale. L’età media dei pazienti che era di 42,5 anni e 19.144 e il 77,3% erano donne.

I ricercatori hanno scoperto che 3.976 pazienti, o il 16,1%, sono ricorsi a un servizio di salute mentale almeno una volta, con 1.401 di loro solo prima dell’intervento, 1.025 sia prima che dopo l’intervento e 1.550 solo dopo l’intervento.

Il team ha anche riscontrato un aumento di cinque volte del numero dei pazienti finiti al pronto soccorso per autolesionismo. Di 261 decessi nel periodo successivo all’intervento chirurgico, 25 (il 9,6%) sono i suicidi.

Il nuovo studio “sta essenzialmente confermando il fatto che i pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica cercano con frequenza servizi psichiatrici; è necessario che i medici ne tengano conto”, osserva Wynne Lundblad, assistente professore di psichiatria presso l’Università di Pittsburgh, non coinvolto nello studio.

Fonte:JAMA Psychiatry 2019

Tratto da: Quotidiano Sanità, Linda Carroll, 05 ottobre 2019