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Diabete di tipo 2: non solo gli zuccheri, anche i grassi al banco degli imputati

Ancora troppo spesso il diabete viene classificato come una patologia dovuta ad un eccesso di carboidrati, semplici e complessi, nella dieta. Si ricorre quindi a dolcificanti artificiali che oltre a rovinare i sapori rovinano anche la salute. O addirittura alla demonizzazione di questo macronutriente.

Come fare quindi a frenare la pandemia di diabete che si sta diffondendo in modo spaventoso?

Per rispondere alla domanda è necessario studiare le cause di questa patologia. Il diabete di tipo 1, che si manifesta già in giovane età, consiste in una disfunzione del pancreas. Si tratta di una patologia genetica con una relativamente bassa percentuale di incidenza tra la popolazione (sono circa 300.000 in Italia, dato del Ministero della Salute)

Differente il discorso per il diabete di tipo 2 (detto anche mellito), in questo caso l’insulina viene prodotta ma è disfunzionante. Tale disfunzione è il risultato di sbagliati stili di vita e scorretta alimentazione. “L’insulina è un ormone positivo che svolge l’importante funzione di portare il glucosio nelle nostre cellule per trasformarlo in energia e carburante utile. La causa di questo malfunzionamento è un eccesso di grassi nel sangue che impediscono all’insulina di svolgere la sua funzione a regime. Gli zuccheri che non vengono consumati dall’organismo, effettivamente si trasformano in grassi (per essere energia di riserva) causando insulino-resistenza e diabete mellito.” Afferma la dott.ssa Chiara Manzi.

Un altro elemento che aumenta il rischio è lo stato infiammatorio cronico, di bassa intensità ma costante, che si crea nell’organismo. Le principali cause sono il sovrappeso (o obesità) e un eccesso di grassi, zuccheri, sale o alcol nell’alimentazione.

La soluzione? Un’alimentazione equilibrata nei grassi e ricca di fibre solubili

“Il diabetico, e non solo, dovrebbe seguire la Dieta Mediterranea, secondo i principi di una sana e corretta alimentazione. La chiave per prevenzione e trattamento del diabete mellito è la riduzione e la formazione dei grassi. Arricchendo la propria dieta in fibre è possibile ridurre l’assorbimento dei grassi e rallentare quello dei carboidrati, evitando il dannoso picco glicemico– Precisa la dottoressa Manzi- È fondamentale mantenere il controllo della glicemia ma è sbagliato pensare di dover eliminare i carboidrati, come, ancora troppo spesso, viene consigliato”

Sono consigliabili i carboidrati a lento assorbimento, grazie a cui anche il soggetto con diabete di tipo 1 può ridurre la dose di insulina iniettata. I carboidrati devono essere presenti a tutti i pasti, meglio se cinque distribuiti nell’arco della giornata.

Per mantenere un buono stato di salute l’OMS consiglia di rimanere sotto i 25 grammi di carboidrati semplici e 200 gr di carboidrati complessi. Per un uomo adulto con stile di vita moderatamente attivo. Spesso viene consiglio di abbinare il consumo di frutta abbinato a grassi. Effettivamente accompagnare gli zuccheri con grassi, fibre e proteine ne rallenta l’assorbimento.  Il rischio è di eccedere con i grassi provocando comunque insulino-resistenza. L’anticamera del diabete.

Attenzione alle lunghe lievitazioni! Nei lievitati agiscono anche le amilasi contenute nei cereali. Più è lunga la lievitazione e più gli amidi si riducono a zuccheri semplici, aumentando l’indice glicemico del piatto, come ad esempio la pizza.

Tratto da: Agenpress, 11 novembre 2021