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Più attenzione al rischio cardiovascolare

Sebbene il colesterolo alto possa essere definito un «killer silenzioso» è ancora troppo trascurato

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte nel nostro Paese e cinquant’anni di ricerche confermano il rapporto diretto fra livelli di colesterolo nel sangue e insorgenza di infarto miocardico acuto o ictus cerebrale. Elevati livelli di colesterolo non provocano generalmente fastidi specifici, ma lentamente danneggiano i vasi sanguigni. Il colesterolo è un «killer silenzioso», ma implacabile. Infatti quando in eccesso infiltra progressivamente le pareti delle arterie e porta alla formazione di particolari lesioni vascolari: le placche aterosclerotiche. Queste alterazioni ostacolano il flusso ematico e possono dare luogo alla formazione di trombi all’interno dei vasi stessi. La trombosi intra-vascolare dovuta alla placca aterosclerotica è la causa prima dell’infarto e dell’ictus.

Al fine di ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari, la Società Europea di Cardiologia raccomanda di intervenire in modo incisivo e tempestivo nel ridurre i livelli di colesterolo nella popolazione. Le autorità scientifiche europee e italiane indicano la necessità di curare con particolare impegno l’ipercolesterolemia, per allungare la vita dei cittadini e ridurre il rischio di disabilità. Abitualmente le persone guardano i livelli di colesterolo totale nel sangue. È tuttavia preferibile, ancora come consiglia la Società Europea di Cardiologia, considerare invece il colesterolo Ldl. Questo parametro è divenuto il riferimento principale per valutare il rischio cardiovascolare e procedere al trattamento. Nella popolazione generale, in apparente buona salute e senza malattie cardiache, il colesterolo Ldl, quello «cattivo», dovrebbe essere inferiore a 116 mg/dl. Nel caso di pazienti con diabete mellito e di coloro che abbiano già avuto un qualche problema con il cuore, il colesterolo Ldl deve essere più contenuto e controllato. Ad esempio, un paziente che abbia già avuto un infarto deve mantenerlo sotto i 55 mg/dl.

La necessità di raggiungere e mantenere nel tempo livelli di colesterolo Ldl più bassi, ha fatto emergere la necessità di interventi terapeutici più efficaci e sicuri. Di recente, si sono resi disponibili nuovi farmaci caratterizzati da una grande semplicità d’impiego. Questi nuovi agenti terapeutici rendono personalizzabile e realmente efficace la terapia dell’ipercolesterolemia. Ridurre il colesterolo nel sangue significa ridurre la probabilità di contrarre una malattia cardiovascolare; è dunque fondamentale prestare attenzione alla cura dell’ipercolesterolemia. Le nuove opportunità terapeutiche ci potranno certamente aiutare nel ridurre il rischio cardiovascolare e allungare una vita in buona salute.

Furio Colivicchi: Presidente ANMCO e Direttore Cardiologia Clinica e Riabilitativa dell’Ospedale San Filippo Neri Asl Roma

Tratto da: Corriere Salute, 19 aprile 2023