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La vitamina E rallenta l’Alzheimer in fase iniziale

Nei casi di Alzheimer (Ad) lieve o moderato una dose giornaliera di 2000 UI di vitamina E rallenta, rispetto al placebo, il declino funzionale riducendo il bisogno di assistenza da parte di badanti e familiari. «L’alfa-tocoferolo, una delle vitamine liposolubili con attività antiossidante, è stata studiata nei pazienti con Alzheimer di grave entità, ma non in quelli con malattia lieve o moderata» spiega Maurice Dysken, ricercatore del Minneapolis VA health care system e coautore di un articolo pubblicato su Jama. E aggiunge: «Nei pazienti gravi la vitamina E ha dimostrato di essere efficace nel rallentare la progressione clinica, mentre la memantina ha dimostrato di essere efficace in pazienti con Ad e demenza». La memantina, prima di una nuova classe di farmaci per il trattamento dell’Alzheimer, è un antagonista non competitivo del recettore per l'N-metil-D-aspartato (Nmda), che viene attivato dal glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio a livello di corteccia cerebrale e ippocampo, cioè delle regioni cognitive e della memoria. Dysken e colleghi hanno esaminato efficacia e sicurezza di vitamina E, memantina, e dell’associazione tra le due sostanze nella cura del declino funzionale nei pazienti con Ad lieve o moderato che stavano assumendo un inibitore dell'acetilcolinesterasi. Allo studio hanno preso parte 613 pazienti in 14 centri del Veterans Affairs System, suddivisi a caso in tre gruppi e trattati con 2.000 UI/die di vitamina E oppure con 20 mg/die di memantina, con l’associazione oppure con placebo. «Nel corso del follow- up, durato in media 2,3 anni, i partecipanti trattati con vitamina E hanno avuto un declino funzionale più lento del 19% rispetto a chi prendeva il placebo. «E ciò si traduce in un ritardo clinicamente significativo, quantificabile in poco più di sei mesi, nella progressione della malattia, con riduzione di circa due ore al giorno del tempo di assistenza» spiega il ricercatore, sottolineando che né la memantina né l’associazione tra quest’ultima e la vitamina E hanno sortito analoghi benefici. E in un editoriale Denis Evans, della Rush university di Chicago commenta: «L'effetto terapeutico è modesto, ma trovare il miglior equilibrio fra trattamento e prevenzione è la giusta direzione nella lotta a questa triste malattia che affligge milioni di persone».
Jama 2014 Jan 1; 311(1):33-44. doi: 10.1001/jama.2013.282834.
Jama 2014 Jan 1; 311(1):29-30. doi: 10.1001/jama.2013.282835.
Tratto da: Doctor33, 15 gennaio 2014