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Sindrome metabolica, rischio infarto per un italiano su tre

Sindrome metabolica e infarto: che relazione c’è? Occhio alla “pancetta”: qualche centimetro di troppo può nascondere la sindrome metabolica. Un girovita un po’ rilassato può essere la spia di una condizione che interessa un italiano su tre, circa 15 milioni di adulti a rischio infarto. Un problema che potenzialmente riguarda anche tutti quegli adolescenti sovrappeso od obesi. Attenzione dunque al girovita, ma non solo. Una combinazione di valori fuori misura può infatti indicare la presenza di questo disturbo.

Per sindrome metabolica si intende un insieme di alterazioni metaboliche che determina un incremento del rischio cardio-vascolare. Per diagnosticarla basta misurare alcuni parametri: glicemia, pressione arteriosa, colesterolo e trigliceridi. È sufficiente che tre di questi valori siano oltre la soglia consentita, ovvero glicemia, pressione e trigliceridi un po’ troppo alti e colesterolo Hdl troppo basso.

«La sindrome metabolica è un concentrato di fattori di rischio cardiovascolare e di infarto assolutamente da non sottovalutare. Dobbiamo prestare attenzione al grasso addominale perché questo è diverso dal grasso che può accumularsi altrove: è più “cattivo”, contiene e produce sostanze che sbaragliano l’equilibrio di ogni singolo vaso sanguigno», spiega la dottoressa Maddalena Lettino, responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia di Humanitas.

La Simi, Società italiana di medicina interna, e la Fadoi, Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione e informazione rivolta a tutti. Questi i numeri da ricordare per mantenere sotto controllo il proprio girovita: 102 centimetri per gli uomini e 88 per le donne: al di sopra di questi valori infatti, la probabilità di avere la sindrome metabolica è elevata ed è necessario pertanto procedere con gli esami del caso.

Abitudini di vita salutari riducono il rischio infarto

«Si è cominciato a parlare di sindrome metabolica negli ultimi anni – aggiunge la dottoressa Lettino – quando ci si è accorti che anche in Italia si erano ormai diffuse abitudini e stili di vita meno salutari del passato. L’obiettivo di questa iniziativa è sottolineare l’opportunità di adottare abitudini più salutari».

Qualche consiglio per adottare un corretto stile di vita “anti sindrome metabolica”? «Seguire un’alimentazione sana come indica la dieta mediterranea, fare attività fisica ogni giorno, consumare più frutta e verdura, assumere pochi grassi e non fumare. Tutte misure non farmacologiche con cui possiamo tenere sotto controllo il nostro peso e correggere indirettamente gli altri fattori di rischio», risponde in conclusione la specialista.

Tratto da: Humanitas Salute, 18 giugno 2015