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Bari. Al convitto Cirillo retta triplicata per due bambini celiaci.

D’Ambrosio Lettieri (CoR) presenta interrogazione

Le famiglie di due bambini, di otto e sei anni, si sono visti aumentare la retta nell’ultimo anno da 1100 a 3100 euro. Quanto accaduto “fa a pugni con i contenuti della relazione al Parlamento sulla celiachia nel 2014, inviata alle Camere lo scorso gennaio, dove il Ministero della salute afferma che 'la garanzia di poter disporre di alimenti sicuri per i celiaci è estesa anche alla ristorazione scolastica, ospedaliera e pubblica'“.

La celiachia è riconosciuta dalla legge 123 del 2005 come malattia sociale. E in base a questo nelle mense delle strutture scolastiche, ospedaliere e delle strutture pubbliche devono essere somministrati, su richiesta degli interessati, anche pasti senza glutine. Senza che questo, naturalmente, debba mettere a dura prova le tasche delle famiglie dei bambini celiaci. E, invece, succede che a Bari, come ha denunciato l’Associazione Italiana Celiachia Puglia (AIC), le famiglie di due bambini affetti da celiachia, di otto e sei anni, entrambi iscritti al convitto Cirillo di Bari si vedano aumentare la retta, nell’ultimo anno, del triplo, cioè da 1100 a 3100 euro.

Lo denuncia Luigi d’Ambrosio Lettieri (CoR), componente della Commissione Sanità del Senato che ha presentato sul caso una interrogazione urgente ai ministri dell’Istruzione e della Salute, “considerato – sottolinea una nota - che proprio il Ministero della salute sta proseguendo le attività di monitoraggio dei celiaci in Italia, nonché delle strutture che somministrano pasti senza glutine e ha previsto l’avvio di una stretta collaborazione con l’Istituto Superiore di sanità al fine della gestione del flusso informativo che scaturirà dall’ingresso, nel 2016, della celiachia nel Programma Statistico Nazionale”.

Sarebbe accaduto, spiega, che la scuola, ritenendo insufficienti i finanziamenti regionali stanziati, per far fronte ai maggiori oneri finanziari, con propria delibera, avrebbe triplicato il costo della retta annuale a carico dei due bambini celiaci che ricevono pasti diversi da quelli degli altri bambini, confezionati da un laboratorio barese. Non è in discussione, osserva, la qualità, ma il costo attribuito alle famiglie, considerato che secondo la legge “l’acquisto di prodotti per celiaci è a carico della scuola, o meglio, dovrebbe rientrare nel pagamento della normale retta scolastica o mensa. E i bambini celiaci dovrebbero consumare pasti uguali a quelli degli altri bambini (solo preparati con prodotti senza glutine)”.

Quanto accaduto, di conseguenza, “farebbe a pugni con i contenuti della relazione al Parlamento sulla celiachia nel 2014, inviata alle Camere lo scorso gennaio, dove il Ministero della salute afferma che “la garanzia di poter disporre di alimenti sicuri per i celiaci è estesa anche alla ristorazione scolastica, ospedaliera e pubblica”. La relazione conferma, altresì, che “la diffusione delle informazioni, la consapevolezza della società, la sensibilità delle aziende e degli operatori unitamente a norme di legge sempre più appropriate rendono meno gravoso il peso della celiachia per i celiaci stessi e le loro famiglie”.

Il senatore sottolinea come “consentire ai due bambini celiaci iscritti all’istituto Cirillo di Bari di poter usufruire della mensa scolastica, alle medesime condizioni di tutti gli altri alunni, non rappresenti quindi un caso a sé, ma porti alla ribalta criticità anche legate all’applicazione della legge per pazienti che non sono certo di serie B”.

“Stiamo parlando, infatti”, continua il senatore dei CoR, “di una patologia in continuo aumento, che ogni anno cresce del 10%, in Italia conta 170mila pazienti diagnosticati fino al 2014, una previsione in crescita di 400mila persone non ancora diagnosticate e una spesa stimata al 2015 di 265mln di euro”.

D’Ambrosio Lettieri chiede ai ministri anche “l’ammontare degli stanziamenti all'istituto Cirillo e se gli stessi siano congrui per garantire la mensa ai due bambini celiaci senza ulteriore aggravio di costi per le rispettive famiglie; se l’istituto Cirillo abbia predisposto l’elenco degli ingredienti di ciascun piatto al fine di individuare quelli senza glutine; se i criteri adottati dal Cirillo per la ristorazione scolastica siano conformi alle garanzie richiamate dal Ministero della salute; quali azioni concrete intendano intraprendere per rendere effettivamente meno gravoso il peso della celiachia per i soggetti che ne sono portatori anche con riferimento ai bambini celiaci e – conclude - per le loro famiglie, evitando che fatti simili non abbiano a ripetersi”.

Tratto da: Quotidiano Sanità, 17 aprile 2016