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Tracciata per la prima volta la vita delle cellule staminali del sangue dopo il trapianto

Cosa succede alle cellule staminali del sangue dopo il trapianto? Lo rivela per la prima volta una ricerca dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (Sr-Tiget), presso l’Irccs Ospedale San Raffaele. Si tratta del primo studio sul destino, l’attività e la sopravvivenza nell’organismo delle cellule staminali del sangue dopo il loro trapianto nell’uomo.

I ricercatori hanno individuato come e in quali tempi le staminali ematopoietiche re-infuse si differenziano in cellule mature e ricostituiscono le cellule necessarie per la vita del paziente, quali le cellule del sistema immunitario, i globuli rossi e le piastrine. Lo studio ha anche mostrato che le cellule staminali corrette si sono riprodotte e permangono nel tempo dopo il trattamento. La storia delle cellule staminali ematopoietiche è stata ricostruita grazie a un vero e proprio “codice molecolare” che rimane nelle cellule a seguito della modifica genetica.

«Questo studio dimostra ancora una volta il potenziale di un’efficace sinergia tra ricerca di base e attività clinica - spiega Alessandro Aiuti uno dei coordinatori dello studio - consentendoci di comprendere appieno le proprietà biologiche e le potenzialità terapeutiche delle cellule staminali ematopoietiche corrette geneticamente. I risultati confermano la validità della strategia utilizzata nel nostro Istituto per curare le malattie genetiche rare e hanno potenziali importanti ricadute anche nel campo dei trapianti di midollo osseo e della cura dei tumori».

Il lavoro pubblicato su Cell Stem Cell è stato realizzato nell’ambito della sperimentazione clinica di terapia genica condotta in collaborazione con GlaxoSmithKline (GSK) per la sindrome di Wiskott-Aldrich (WAS), una rara e grave immunodeficienza congenita. È stato reso possibile grazie ai finanziamenti di Fondazione Telethon, Commissione Europea e Ministero della Salute italiano.

Tratto da: Healthdesk, 01 giugno 2016