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Cronicità e prescrizione innovativi, Lombardia: con riforma gestori meno vincoli su piani terapeutici

L'establishment della Regione Lombardia in una riunione convocata dall'Ordine dei Medici di Milano replica indirettamente a Silvestro Scotti e a Claudio Cricelli, leader dei medici di famiglia del sindacato Fimmg e della società scientifica Simg. E allontana i timori della categoria di non poter gestire le malattie croniche dei loro pazienti ad armi pari con gli ospedali pubblici e privati. Con la riforma lombarda 3 milioni di cronici vedranno i propri trattamenti prescritti non più dal mmg ma da un ente gestore (può essere anche una coop di medici di famiglia), e le prestazioni erogate da centri o professionisti convenzionati con i gestori, detti “erogatori”. Ma, anche mettendosi in coop e trasformandosi in gestori delle cronicità per i loro assistiti diabetici, scoagulati, broncopneumopatici, i medici di base non possono oggi prescrivere gliptine, terapie anticoagulanti orali e terapie contro la broncopneumopatia ostruttiva. Questi farmaci sono infatti prescrivibili previo piano terapeutico dello specialista di branca, particolare che è stato definito” vergogna tutta italiana” dal presidente della Simg.

Parlando ai medici milanesi, l'assessore alla salute lombardo Giulio Gallera ha dato una soluzione in chiaroscuro. Da una parte non è preventivabile a breve, nel contesto delle delibere sulla gestione delle cronicità, un sostegno della Regione alla possibilità di stendere piani terapeutici per i pazienti cronici; dall'altra il medico di famiglia appoggiandosi sullo specialista può ovviare al gap in questione e la Regione molto sta facendo nell'ambito della riconversione dei piccoli ospedali per far lavorare gomito a gomito medici di gruppo (e coop di mmg) e specialisti-prescrittori.

L'Assessore in primo luogo ricorda la distinzione tra cronici lievi e gravi fatta dalla delibera 6164 a gennaio: «Su 1,9 milioni di mono-patologici sarà comunque data la priorità a gestori medici di famiglia. Dove questi ultimi si candidano non ci sarà nessuno (altro gestore in competizione, ndr). Ma anche nella categoria di polipatologici, frequent user dei servizi sanitari, il gestore sarà al servizio della medicina generale». Gallera ha aggiunto, in risposta a un'osservazione del consigliere Pd Carlo Borghetti: «Non è vero che non stiamo realizzando Presidi ospedaliero-territoriali e presidi sociosanitari territoriali previsti dalla riforma del 2015, anzi, stiamo riconvertendo molti piccoli ospedali per far venire dentro le cooperative di medici di famiglia con gli specialisti e favorire la prescrizione dei farmaci per le cronicità e le prese in carico».

A supporto delle affermazioni di Scotti e Cricelli era intervenuto l'altro ieri anche il neopresidente di Federfarma Marco Cossolo, spiegando che l'estromissione dei medici di famiglia dai piani terapeutici è dovuta, forse più che a misure di legge che hanno fatto il loro tempo, al fatto che le Regioni risparmiano acquistando i farmaci a costo medio-alto con sconto del 50% e distribuendoli direttamente, dimenticando che è nell'interesse del paziente averli nella farmacia sotto casa. «Gli antidiabetici orali sono classificati nel Pht, di conseguenza, ci sono Regioni nelle quali il malato di diabete può ritirare il medicinale in tutta comodità nella farmacia sotto casa e altre invece che costringono l'assistito a fare la spola tra domicilio e ospedale perché la distribuzione è riservata alle strutture pubbliche».

Un cenno alla riforma lombarda e all'affidamento dei cronici ai gestori: la delibera 6164 sulle cronicità di gennaio - impugnata da Medicina Democratica, associazione guidata dal medico-giornalista Vittorio Agnoletto - divide la popolazione in cinque segmenti, di questi due sono costituiti da pazienti cronici con una sola patologia o con più patologie. Entrambe le categorie sarebbero prese in carico da gestori che devono rispettare un budget tariffario per ciascuna patologia seguita sul territorio (classificata secondo una scala di gravità), ma la Regione conviene che sarebbe molto più semplice la gestione dei “monocronici” ad opera dei medici di famiglia, mentre prescrizioni e prenotazioni più complesse per 1,2 milioni di cronici gravi ben potrebbero essere appannaggio di enti terzi (anche ospedali pubblici e privati). Questi ultimi diventerebbero gestori ma il medico può candidarsi a co-gestore sorvegliando l'atto prescrittivo. I termini per far domanda alla Regione e alle Agenzie di Tutela sanitaria (ex Asl) come gestori scadono il 31 luglio. Nella riunione milanese non si è fatto cenno al ruolo delle farmacie che - in quanto farmacie dei servizi - possono anch'esse proporre i requisiti e il personale idoneo per candidarsi come gestori.

Tratto da: Farmacista33, 28 giugno 2017

Nota dei WM: solo una domanda: quando si penserà al paziente come persona con diritto alla salute ?