5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi č importante!
C.F. 98152160176

Piede diabetico, guarire due mesi prima. E ridurre le amputazioni

Grazie a sostanze che favoriscono la formazione di nuovi vasi, proteggono le cellule e riducono i fattori che mantengono la ferita aperta, si riducono di 60 giorni i tempi per la guarigione e aumenta del 60 per cento la probabilità di risolvere la lesione.

All’aspetto è una medicazione uguale alle altre, ma è stata sperimentata come fosse un farmaco e ha dimostrato di poter guarire le ulcere tipiche del piede diabetico di più e più in fretta: un risultato che significa anche ridurre il rischio di amputazioni, evenienza tutt’altro che remota nei pazienti con questa complicanza del diabete. Lo dimostra uno studio pubblicato di recente su The Lancet Diabetes and Endocrinology, secondo cui con la nuova medicazione si possono ridurre di 60 giorni i tempi per la guarigione delle ferite aumentando anche del 60 per cento la probabilità che cicatrizzino.

La guarigione più rapida

Il 19-34 per cento dei diabetici prima o poi sviluppa il piede diabetico, complicanza di cui si parla poco ma che costa tantissimo ai pazienti: è infatti la prima causa di amputazioni nel mondo e soltanto in Italia ogni anno sono 8000 i diabetici che ne devono subire una. Come se non bastasse, l’aspettativa di vita dei pazienti sottoposti ad amputazione non supera i 5 anni nel 70 per cento dei casi: peggio di chi deve lottare contro alcuni tumori, in altri termini. Ecco perché una medicazione semplice da usare ma innovativa perché in grado di guarire le ferite meglio e più rapidamente può fare la differenza: i dati della sperimentazione randomizzata in doppio cieco, con tutte le caratteristiche quindi di uno studio clinico molto rigoroso, mostrano che la nuova medicazione può accorciare i tempi per la guarigione in maniera consistente. «La sfida, per questo tipo di lesione, consiste nell’ottenere una guarigione migliore in tempi più rapidi – osserva Alberto Piaggesi, responsabile del Centro Interdipartimentale di cura del Piede Diabetico dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e coordinatore italiano dello studio –. La lesione espone infatti quotidianamente il paziente a un rischio potenziale di infezione e quindi di ospedalizzazione e amputazione. Guadagnare 60 giorni significa avere due mesi durante i quali il paziente non è esposto a questo rischio, con un miglioramento reale della qualità della vita e anche due mesi di risparmio in termini di spesa sanitaria».

Dati clinici certi

La nuova medicazione contiene una matrice in gel che crea un ambiente umido ideale per la guarigione, ma soprattutto il sale sodico di sucralfato: questo composto è un fattore nano-oligosaccaridico, ovvero una piccolissima molecola in grado di controllare fattori che compromettono la possibilità di guarigione della ferita, per esempio l’eccesso di metalloproteasi, e contemporaneamente capace di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni utili per la riparazione della cute. «Insieme agli altri trattamenti in uso per il piede diabetico, come lo scarico di pressione sul piede, la gestione delle infezioni e il controllo della glicemia, la medicazione accorcia i tempi di guarigione ed è l’unico prodotto per cui ci siano dati clinici certi di efficacia – dice Piaggesi –. Finora non era disponibile nessun trattamento con simili capacità, in grado di aumentare addirittura fino al 73 per cento la percentuale di ulcere guarite se si interviene prima di tre mesi dalla comparsa della ferita». La medicazione costa dodici euro e va cambiata ogni quattro, cinque giorni fino alla guarigione; il diabetico può in parte occuparsene da solo, ma deve essere inizialmente prescritta dal medico che deve indicare le corrette modalità di gestione della cura.

Tratto da: Corriere della Sera Salute, Elena Meli, 05 giugno 2018