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Ogni anno 3 milioni di persone si ammalano di diabete a causa dell'inquinamento

Il Pm 2,5 interferisce con la produzione di insulina e aumenta il rischio di diabete

Nessun Paese è al sicuro. Le soglie massime consentite per legge andrebbero abbassate. Il particolato fine entra nel circolo sanguigno e interferisce con la produzione di insulina ed è responsabile del 14 per cento di tutti i nuovi casi di diabete 2.

È da anni sotto indagine. E finora tutte le accuse sono state confermate: il Pm 2,5, il più studiato tra gli inquinanti atmosferici, è stato associato all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, polmonari, renali e di altre malattie non trasmissibili. Nel 2015 le particelle sottili dal diametro inferiore ai 2,5 micrometri che invadono l’aria delle città hanno contribuito a circa 4,2 milioni di morti premature nel mondo.

Non finisce qui. Ora il Lancet Planetary Health dimostra che un altro sospetto era fondato: il Pm 2,5 favorisce anche l’insorgere del diabete di tipo 2.

Le polveri sottili entrano nel circolo sanguigno, aumentano i livelli di infiammazione e interferiscono con il corretto processo di produzione dell’insulina.

Secondo gli autori dello studio nel 2016 l’inquinamento ha provocato ben 3,2 milioni di nuovi casi di diabete, pari al 14 per cento del totale.

I ricercatori della University of Washington School of Medicine, in collaborazione con il dipartimento di Veteran Affairs del St. Louis Health Care System's Center for Clinical Epidemiology, hanno monitorato per 8 anni e mezzo 1,7 milioni di persone, veterani dell’esercito degli Stati Uniti, che non avevano sofferto di diabete nel periodo precedente allo studio. I dati sulla loro salute sono stati messi a confronto con quelli della qualità dell’aria ricavati dalla Environmental Protection Agency (Epa) e dalla Nasa.

Mettendo insieme queste informazioni, gli scienziati hanno realizzato un modello matematico capace di valutare il rischio di diabete associato a diversi livelli di inquinamento.

Ecco il quadro che ne è uscito. Quando un gruppo di persone è esposto a livelli di inquinamento pari a 5 -10 microgrammi per metro cubo, circa il 21 per cento tra loro sviluppa il diabete. Tra chi respira un’aria più inquinata, con una concentrazione di Pm 2,5 tra gli 11,9 e i 13,6 micrometri per metro cubo, la percentuale delle persone che vanno incontro alla malattia metabolica sale al 24 per cento. In numeri assoluti significa circa 6mila nuovi casi di diabete all’anno ogni 100mila persone.

L’associazione tra inquinamento e diabete risponde a una regole statistica: a ogni aumento di 10 microgrammi al metro cubo di particolato  il rischio di sviluppare il diabete aumenta del 15 per cento. E ciò accade indipendentemente dal fatto che le persone diventino obese o meno.

Gli scienziati hanno fatto fare al modello matematico il giro del mondo per calcolare il rischia Paese per Paese. Ebbene, i più vulnerabili sono i Paesi poveri, Afghanistan e Guyana ai primi posti. Gli Stati che hanno adottato leggi restrittive sull’inquinamento hanno un rischio minore. Islanda e Francia sono le nazioni più sicure.

Ma gli scienziati avvertono: nessun Paese è al sicuro. Si prenda il caso degli Stai Uniti, considerati a rischio moderato. La soglia di sicurezza proposta dall’Epa è 12 microgrammi al metro cubo. Ma, come abbiamo detto, i ricercatori hanno osservato che tra i veterani esposti a livelli inferiori ai 10 microgrammi al metro cubo, il 21 per cento aveva sviluppato il diabete.

Tratto da: Healthdesk, 27 luglio 2018