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Piede diabetico: gli infrarossi per scovare precocemente le ulcere più gravi

La termografia all’infrarosso distingue le lesioni in fase di guarigione da quelle che non lo sono

La termografia, il sistema diagnostico che acquisisce immagini all’infrarosso, prevede i tempi di guarigione delle ulcere del piede diabetico e individua le lesioni croniche che richiedono trattamenti più intensivi con maggiore accuratezza rispetto all’analisi di un medico.  A promuovere l’utilizzo della termografia per la diagnosi delle ulcere del piede diabetico sono i ricercatori dell’Università di Melbourne in Australia che sul Journal of Diabetes Science and Technology hanno dimostrato che le performance della macchina superano quelle degli esseri umani. La termografia, infatti, permette diagnosi più precoci e precise.

I dati utili per fare una previsione sul destino della lesione sono sia le dimensioni che la temperatura dell’ulcera, ma nella maggior parte dei casi si utilizza solo la dimensione. Generalmente, infatti, il percorso di guarigione delle ferite viene calcolato manualmente mettendo a confronto l’area della lesione durante la prima e la quarta settimana ricorrendo a un righello medico. Se nel periodo di tempo che passa tra una valutazione e l’altra la ferita si è ridotta di oltre il 50 per cento significa che le probabilità di guarigione sono alte.

I ricercatori australiani hanno voluto mettere alla prova la capacità diagnostica della termografia su 26 pazienti con diabete di tipo 1 e 2 affetti da ulcere ai piedi (11 sulla via della guarigione e 15  no). La tecnologia ha dimostrato di riuscire a fare previsioni accurate paragonando le immagini termiche delle lesioni nella prima e nella seconda settimana. Accorciando in questo modo di due settimane i tempi della diagnosi rispetto ai sistemi tradizionali.

«Le immagini termiche delle ulcere del piede diabetico - ha dichiarato Elif Ekinci, principale autore dello studio - hanno il vantaggio di raccogliere dati sia sull’area che sulla temperatura della lesione, permettendo una previsione anticipata del percorso di guarigione. Il monitoraggio effettuato con gli occhi di un medico non è così accurato da poter individuare le ferite croniche già alla seconda settimana».

I ricercatori sono convinti che la termografia sia una strategia diagnostica accurata, poco costosa che permette di segnalare in tempi rapidi i casi più complicati che necessitano interventi mirati per evitare l’amputazione dell’arto.

«Individuando le ferite che hanno meno probabilità di rimarginarsi velocemente - ha spiegato Ekinci - si può fare qualcosa in più per aiutarle a guarire». Nel mondo 415 milioni di persone hanno il diabete e circa il 10 per cento sviluppa le ulcere del piede diabetico, una delle principali complicanze della malattia che richiede il ricovero ospedaliero.

In Australia, scrivono i ricercatori, la cura del piede diabetico costa al sistema sanitario 875 milioni di dollari all’anno.

L’utilizzo della termografia potrebbe ridurre di molto i costi permettendo di anticipare gli interventi e aumentando le probabilità di guarigione.

Tratto da: Healthdesk, 07 ottobre 2018